Spacey sounds from dreaming England
Nati nel 2005 nel Buckinghamshire, Mountain of One sono un trio che non nasconde le proprie influenze e le mette in piazza decisamente. Zuben Jameson, Mo Morris e Leo Elstob, il primo cantante, chitarrista e pianista, gli altri due tastieristi e percussionisti, amano esplicitamente la musica a cavallo fra la fine dei sessanta e i primi settanta. Altrettanto esplicitamente rifuggono però l’onda revivalistica - retronuevo come ci piace chiamarla - di molti altri gruppi. Mountain of One si impegnano a cercare una propria strada originale, e nei 71 minuti del loro cd d’esordio la trovano e la imboccano frequentemente dimostrando idee chiare e un pizzico di non celata ironia in quanto a referenze. Dalle chitarre santaniane di Ride, che apre il disco, ai sequenze alla Michael Jarre della successiva Warping of The Clock con Jameson che cita il Manuel Gottshing post Ash Ra Temple, è facile immaginare come un disco del genere possa aver suscitato l’interesse delle frange più ricercate del mercato britannico. A proposito di Mountain of One si è così, in breve tempo, letto di magia, airbrushed pop,, timeless music, balearic epicity e altri termini si sono sprecati. Certi siamo che i tre componenti del gruppo, peraltro ottimi strumentisti, sappiano esttamente il fatto loro e che ogni citazione non sia casuale. Come in Freefall, cantata a la Mark Hollis (Talk Talk, e se fosse proprio lui ?….) su una tappeto di vocoder, pianoforti e cori che sposta una certa corroborante arte rock su un versante etereo e sognante. Senza lanciarsi in editti e senza sprecare parole troppo ridondanti - lo faremo quando i riferimenti verranno asciugati e l’originalità mostrerà il grado di rischio del trio - diciamo solo che Mountain of One è un album che stupisce ed è dedicato a un pubblico misto. Ai più giovani piacerà per i riferimenti citati, per quel gusto un po’ Spiritualized/Verve che non guasta neanche per chi ama il northern soul, mentre ai più navigati catturerà l’attenzione per i rimandi ad Arthur Lee, ai Pink Floyd di Meddle e altro ancora. Con in più una buona definizione melodica (Can’t be Serious) all’attivo A Mountain of One possono solo fare bene o, d’oggi in avanti, meglio. In special modo se resisteranno alle tentazioni Hype di cui i gruppi inglesi sono frequentemente succubi.
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Track List
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