. |
LIVE Quello che abbiamo ascoltato nelle quasi due ore di concerto è la rappresentazione musicale di un sound che si trasmette di generazione in generazione e che continua ad evolversi mantenendo con orgoglio il legame con le sue radici. Derek Trucks non solo porta un cognome che lo ricollega alla Allman Brothers Band (è il nipote di Butch Trucks), ma è anche da alcuni anni il loro chitarrista insieme a Warren Haynes con il quale ha l’onore di continuare a far conoscere un sound da molti considerato unico. La Derek Trucks Band è al tempo stesso un veicolo per continuare a onorare quel sound fatto di dinamica, di note lunghe e dilatate e riff all’unisono con un suono più meditato in cui sono gli intrecci armonici a prevalere sull’irruenza delle singole note di chitarra. Ogni strumento concorre alla costruzione della canzone: dalla voce calda e piena di soul alla sezione ritmica nella quale è la batteria ad alzare il volume lasciando al basso il compito di rimanere costante e sostenere il groove. Derek Trucks si dimostra chitarrista completo dal suono inconfondibile e dallo stile tanto rispettoso della tradizione “familiare” di casa Allman, quanto personale per la misuratezza e sobrietà. La sua chitarra conosce ogni emozione e la sa trasmettere al pubblico che segue ogni canzone non soltanto per quello che le dita di Derek riescono a creare a contatto con le corde della sua Gibson SG, ma per l’interplay tra la chitarra e gli altri strumenti. ‘Soul Serenade’, ‘Key To The Highway’, ‘My Favorite Things’: tre momenti completamente diversi del concerto nei quali è la forza espressiva di questa band che riesce a unirli, a creare un linguaggio unico e al tempo stesso universale che rompe ogni barriere di genere. Il concerto di Derek Trucks al Sonar è la conferma che esiste una via alternativa, un percorso musicale in cui tradizione e contemporaneità possono convivere nel nome della qualità. |
. |
. |