Best of Swedish’’s Magic Psychdelic Garage/Freak Beat
Mai completamente sopito il garage/freak beat psichedelico svedese dei sessanta ne ha di storie da raccontare ! Un po’ perché molti furono i musicisti americani e inglesi 8 e non solo) che attirati dalla stabilità economica, dalle belle ragazze, da un certo stile di vita libertino optarono per i paesi nordici, primo l’accogliente Svezia, un po’ perché lo stato sociale creatosi dava e ancora dà molto conto all’arte e alla musica, seguendo con distaccato interesse le tendenze.
Un libro, The encyclopedia of Swedish Progressive Music, 1967-1979 di Tobias Petterson (Premium Publising, 2007, 242pp, www.premiumpublishing.com), ha ultimamente avvicinato un nuovo pubblico internazionale al genere facendo proseliti ovunque al mondo (i tipi di Aquarius Record di San Francisco vanno pazzi per il genere!!! (www.aquariusrecords.org) e convincendo critici e pubblico sulla originalità delle band dell’epoca, originalità che si è poi riversata totalmente nella musica di oggi.
Per i gruppi svedesi dell’epoca non esistevano limitazioni. Certo, qualcuno potrà obbiettare che quei ragazzi erano prevalentemente ubriaconi - lo stato negli anni ha stretto un bel giro di vite sulla piaga dell’alcolismo - ma possiamo rispondere che nessuna fiatata malsana è uscita dal cd ascoltando
“Who Will Buy These Wonderful Evils“ una raccolta in tre volumi assolutamente imperdibile. I volumi racchiudono il seme della creatività nei decenni poi descritti dal libro e mostrano la faccia acida di un popolo definito da molti, apparentemente, schivo e chiuso. I ragazzi svedesi che animarono i gruppi, dai più piccoli centri fino a Malmoe, Goteborg e Stoccolma, sono invece delle vere e proprie merdacce a ritmo di rock & roll. Facile comprendere perché uno come il produttore Kim Fowley abbia lasciato Los Angeles proprio in quei giorni per raggiungere la Svezia e sferzare con i suoi modi ruffiani e sadomaso la scena locale, per poi rientrare trionfatore in patria.
In terra scandinava Fowley realizzò in meno di due anni, un proprio album, il disco dei Contact e, nel 1970, quello degli Scorpions, entrambi presenti nella raccolta. Scorpions - doveroso citarli - ebbero breve durata. Sotto quel nome cui si celava, Bo Anders Larsson, produttore dell’etichetta MNW, la più importante del prog anni settanta a cui tanto si deve per la crescita della scena locale che dedicò tutto se stesso alla “scena“ non potendo però potersi concentrare più di tanto sulla propria carriera.
Inutile citare tutti i presenti di “Who Will Buy These Wonderful Evils” - qui si trova di tutto, dalle cover dei Rolling e dei Buffalo Springfield a lunghe improvvisazioni che fanno ancora oggi rabbrividire per quanto sono ardue e spiritate - ma è bene dire che quando i brani si distendono ed escono dal formato dei due minti e trenta secondi il seme del talento e dell’originalità viene sempre a galla. Il genere garage/freak beat psichdedelico in Svezia continuò peraltro incontaminato ben avanti nei settanta (uno dei gruppi più solidi della raccolta, Zane, risalgono al 1976 ma potrebbero essere tranquillamente figli del 1969) e generò quel seme che ha fatto fiorire decine e decine di gruppi nell’ultimo decennio, quasi in risposta del dirompente dilagare dell’Heavy Metal.
La miriade di piccole grandi storie che “Who Will Buy These Wonderful Evils” racconta in musica sono oggi benvenute perché conservano il sapore dell’ingnoto, racchiuso nelle povere ma orgogliose note di copertina di questi cd.
Quella scena fu in definitiva un passo neanche troppo piccolo per la storia sociale della Svezia, e senz’altro un grande passo per l’indipendenza personale di un manipolo di giovani che senza la musica sarebbero oggi solo dei drop out*
Ernesto de Pascale
* sempre che qualcuno di essi non lo sia diventato poi in seguito, questo non ci è dato saperlo…
Speciale Svezia
Barbiere & Happy Hour in Stockholm
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Track List
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