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INCHIESTA: Piazza dell'Università Prato

Tanto degrado vicino al Polo Universitario della città. Tra intrecci burocratici e scelte inspiegabili: i fatti, le cause, le opinioni.

La premessa


Questa inchiesta ci porta a Prato. Vicino al centro storico della città toscana. Nei pressi della Stazione di Porta al Serraglio utilizzata ogni giorno da moltissimi studenti, pendolari e, perché no, turisti.

Per chi arriva alla stazione dalle vie del centro potrebbe balzare all’occhio un ampio e moderno edificio che svetta sulla piazza antistante. Piazza dell’Università, essendo l’edificio il distaccamento dell’Ateneo fiorentino. Il polo universitario e la piazza sono solo una parte dei tanti lavori che hanno interessato per anni e anni questo angolo di città. Lavori che hanno portato inoltre l’ammodernamento della stazione e la costruzione di un ampio parcheggio sotterraneo. Non è comunque il parcheggio, spesso semivuoto, che ci interessa, anche se una ricerca psicologica sul perché i cittadini preferiscano l’enorme spazio adiacente a 10 centesimi l’ora (un euro l’ora per il nuovo) potrebbe risultare illuminante.

No, in questa inchiesta ci interessa la piazza.

Una piazza che, come già scritto, vede ogni giorno il passaggio di migliaia di persone. Ma queste persone cosa vedono?

Biciclette sfasciate, carcasse di motorini, lampade divelte, mattonelle sparite, graffiti vari. La grande varietà di attributi con cui definire il “degrado urbano” trova una buona sintesi in Piazza dell’Università.


Armati di macchina fotografica ci siamo quindi diretti sul luogo.


Il lato destro

Rispetto alla stazione, il lato destro della Piazza è quello del parcheggio dei motorini e delle biciclette. Parcheggio utilissimo per i tanti studenti. Parcheggio insicuro però. Nonostante una telecamera che “dovrebbe” scongiurare furti ed atti di vandalismo, le denunce si sprecano. Le biciclette sono il bersaglio preferito della microcriminalità. E non importa quanto i mezzi siano protetti da catene e catenacci, ogni gadget è ben accetto: sellini, ruote, pedali, borracce.

I motorini in genere hanno sorte migliore. Qualche sfortunato però c’è e per averne la dimostrazione basta recarsi sull’angolo della Piazza. Si estende lì una costruzione dalla dubbia utilità. Delle piccole aree di verde, erba incolta, circondate da vialetti e da qualcosa che un tempo doveva servire come panchina. Il tutto chiuso da un cancello! Quest’area inspiegabilmente off-limits è tuttavia facilmente accessibile, scavalcando la bassissima barriera, dove il decrepito cartello di divieto, più che dissuadere i curiosi, suscita la loro ilarità.

Qualcuno evidentemente quest’area sottratta al pubblico l’ha utilizzata. A meno che i due scheletri di motorini e la montagna di spazzatura non siano arrivati da soli. O che un bel giorno gli schienali delle panchine abbiano deciso di staccarsi. 

Al di là dell’ironia è strano comprendere come questa parte di piazza, una volta tolta all’uso del cittadino, sia stata abbandonata alle manie distruttive di pochi. 

Infine, last but not least, da notare anche in questo lato destro, il leit motiv di tutta la zona. Gli pseudograffiti che colorano (o forse imbrattano?) i muri dello spazio pubblico.



Il lato sinistro

Non in grado di competere, come varietà, con il lato opposto della piazza, anche quello sinistro offre tuttavia alcuni motivi di interesse.

In particolare per la struttura, simmetrica, del giardinetto con vialetti e panchine. Questa volta però non c’è nessun cancello a sbarrare l’entrata. Così, in teoria, chiunque può avventurarsi al suo interno. Ecco dunque lo scenario; immancabilmente il cemento degli schienali è stato strappato via e giace per terra. Di scooter distrutti fortunatamente nessuna traccia. A sopperire alla loro assenza c’è però il triste destino delle luci dell’illuminazione pubblica; strappate via, miseramente cadenti dai loro fili. Anche qui, ovviamente, i muri sono più o meno variopinti.



La piazza 

Dopo aver osservato i due lati che la racchiudono arriviamo dunque alla piazza vera e propria, la più grande delle tre parti che compongono il complesso architettonico ed indubbiamente la più frequentata. Sopra di essa si staglia infatti l’Università di Prato.

Venendo in questo caso da destra possiamo decidere se scendere dalle scale oppure dalla rampa riservata ai disabili. Una bella rampa, forse solo un po’ ripida. Ma un particolare attira l’attenzione. L’angolo retto che la stessa rampa forma, di difficile percorrenza. 

Comunque scendiamo, graffiti ovunque.

Le panchine questa volta sono fortunatamente intatte, a memoria di come avrebbero dovuto essere le colleghe meno fortunate.

L’integrità non le ha tuttavia salvate da una fiera di addobbi multicolori e poco interessanti frasi di vita vissuta.

Vicino alle panchine, dove ogni giorno gli studenti trovano ristoro, si può notare come nemmeno il pavimento della piazza si sia salvato da eventuali danni. Un’ampia ferita lo segna; pochi mattoni sollevati e mai più rimessi al loro posto hanno portato ad una rapida scomparsa di quelli adiacenti. La ferita, così, è in continua evoluzione, la sabbia sottostante è invece il posacenere privilegiato dai frequentatori.

Terminata la nostra visita torniamo verso la stazione. Arrivati alle scale siamo nuovamente di fronte a un bivio. La rampa per i disabili è ancora una volta a disposizione. Peccato però che l’elevatore che dovrebbe portare le carrozzine sia inutilizzabile, mestamente coperto da un telo, anche questo graffitato! Tuttavia agli scalini sono state aggiunte delle rampe, le quali rendono la discesa ripida e a saltelli, mentre la salita è chiaramente impossibile per un disabile senza accompagnatore.




Le opinioni

Fino a questo momento la descrizione di quello che ogni passante può documentare con i propri occhi. Tuttavia abbiamo creduto giusto ascoltare le diverse opinioni in merito alla situazione della piazza. Così, per chiarire le responsabilità e le politiche pubbliche in merito a questa, ci siamo recati dall’Assessore alla Sicurezza Urbana Aldo Milone che, assieme al comandante della Polizia Municipale Marco Nieri, ci ha rilasciato la seguente intervista.

 

Legenda: AM: Aldo Milone MN: Marco Nieri


Vorrei iniziare questa intervista con una domanda di ordine generale; l’Assessorato alla Sicurezza Urbana, nella gestione di uno spazio pubblico quale è Piazza Dell’Università, quali prerogative ha?

AM: Prima di tutto bisogna distinguere tra i nostri compiti e la gestione della situazione di degrado, dove intervengono in sinergia l’Assessorato al Centro Storico e quello ai Lavori Pubblici. Noi come polizia urbana ci interessiamo della sicurezza e quindi il nostro compito è fare sopralluoghi, verificare la presenza di situazioni criminose come lo spaccio anche se, pure in questo caso, c’è una distinzione di compiti tra ciò che può fare la Polizia Urbana e quello che invece spetta alla Polizia di Stato. 

Quindi nel caso specifico di Piazza dell’Università la nostra prerogativa essenziale è inviare pattuglie per il controllo. 

Ovviamente nella situazione attuale bisogna tenere presenti le intenzioni dell’amministrazione. Attualmente sembra che la Piazza sia diventata quasi una terra di nessuno


Entrando invece nello specifico, per esempio nel parcheggio a destra della piazza molte biciclette vengono trovate danneggiate oppure non trovate affatto. 

AM: Nel parcheggio andrebbe potenziata l’illuminazione, perché nel momento in cui c’è un’illuminazione adeguata questa scoraggia alcune fasce di delinquenza che proliferano in spazi bui e poco frequentati. Con un adeguato lavoro sull’illuminazione si può iniziare a recuperare la situazione di degrado,in modo che giovani e anziani si possano riappropriare del territorio.


Mentre per i furti che avvengono in pieno giorno?

AM: La polizia non può purtroppo vigilare ogni obiettivo sensibile. Chi fa dei furti in genere li fa in orari particolari e quindi può certo capitare di essere sorpresi dalla polizia, ma spesso il furto avviene quando c’è una minore frequentazione della zona. 


Per i graffiti in piazza?

Anche in questo caso l’intervento dovrebbe essere veramente drastico.


Ma la telecamera sovrastante la piazza non potrebbe essere collegata ad un monitor con un custode di sorveglianza? Oppure ci sono problemi di difficoltà tecnica?

AM: Il problema in questo caso è che per questione di privacy la registrazione non può essere visualizzata dopo 72 ore. 



Da questo momento l’Assessore chiama a partecipare anche il Comandante della Polizia Municipale Marco Nieri con lo scopo di fornirci informazioni più precise.


MN: Riguardo alla telecamera che controlla la piazza, abbiamo a volte ripreso il momento del furto, ma la particolare posizione della stessa spesso impedisce di identificare il ladro o i ladri di biciclette, filmandoli di spalle.

Probabilmente il servizio di videocamera andrebbe potenziato e inoltre si dovrebbe avere una persona che guarda continuamente la registrazione; a Prato le telecamere con osservazione al momento sono 25 e installarne di nuove è sempre un problema.


Oltre ai furti in Piazza dell’Università si assiste anche ad altre situazioni di degrado che sicuramente diminuiscono il generale senso di sicurezza. Ad esempio, adiacente al parcheggio, c’è una struttura chiusa al pubblico, dove però ogni malintenzionato può entrare e danneggiare.

MN: La zona è probabilmente chiusa per decisione della società di gestione, l’EsseGiEmme (società che gestisce i parcheggi a Prato), che in un caso del genere dovrebbe intervenire assieme al comune. 

Da parte nostra quando rileviamo questi aspetti della piazza facciamo una segnalazione al Comune e alla società di gestione stessi.

AM: In questo caso la progettazione è stata fatta contro la sicurezza perché senz’altro andava evitato di lasciare questi spazi vuoti.

MN: Certo, la progettazione poteva essere migliore e questo rende la parte superiore della piazza un continuo problema di sicurezza.

Per quanto ci riguarda, tenendo conto che il piazzale antistante l’Università è sotto la gestione dell’ASM (società Ambiente Servizi Mobilità a cui compete la manutenzione delle strade del comune) mentre il tetto, il parcheggio e la struttura sono sotto la gestione dell’EsseGiEmme, ribadisco che continueremo a segnalare queste problematiche alle società di competenza.

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Tuttavia, oltre ad interpellare le autorità, abbiamo pensato che fosse giusto dare spazio ai pareri di chi, ogni giorno, ha occasione di frequentare la zona. Gli studenti dell’Università di Prato.

Alberto e Niccolò studiano Marketing nel Polo della città. Residenti fuori dal comune hanno la possibilità di osservare quello che avviene da “esterni”. 

 

Frequentando ogni giorno Piazza Dell’Università cosa pensate della sede nella quale sorge la vostra facoltà?

N: Non è il massimo della pulizia, è piena di scritte, spesso anche offensive, su ogni muro.

A: Potrebbe essere senz’altro migliore.

Proprio riguardo ai graffiti che la ricoprono che idea ve ne siete fatti?

N: Imbrattano i muri, niente di più. Se poi si aggiunge il contenuto offensivo…

A: Le opere d’arte sono ben altre.


Hai mai visto qualcuno danneggiare le strutture?

N: Sì, non è difficile vedere ragazzi con lo skateboard che tolgono i mattoni dal pavimento della piazza per costruire muretti che poi saltano con la tavola.


Hai mai visto writers in azione? Qualcuno ha cercato di fermarli?

N: Sì un gruppo di ragazzi, anche tra i soliti che saltano con lo skateboard, scrivevano sui muri della piazza. Nessuno ha mai cercato di fermarli.


Avete anche assistito ad altre attività illecite? Spaccio di droga ad esempio.

N: No droga non ne ho mai vista girare.

A: No, comunque penso che di sera ci voglia una buona dose di coraggio per camminare da soli nella piazza.


Pensi che si debba fare qualcosa per migliorare la vivibilità della zona?

N: Ci vorrebbe un controllo maggiore, soprattutto nelle ore serali, dalle 17.00 in poi, quando cominciano ad arrivare le varie persone che imbrattano.

A: Penso che dei controlli costanti potrebbero dissuadere la microcriminalità e quindi migliorare la situazione.

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Conclusioni

Con queste interviste si conclude la nostra inchiesta su questo angolo di città.

Restiamo consapevoli che Piazza Dell’Università non è certo il luogo più degradato d’Italia e probabilmente mai lo sarà. Questi piccoli problemi sono però amplificati dalla loro somma e appaiono più gravi in una costruzione fondamentalmente nuova e di grande percorrenza. Senza contare le potenzialità di quest’area. 

Questa estate, in una serata purtroppo male organizzata, vi ha suonato Graziano Romani (Link dell’articolo) e siamo certi che una delle maniere migliori per recuperare gli spazi pubblici sia l’arte. Se i muri non possono fare a meno di essere scritti si indicano concorsi di street art. Senza contare il grande spazio a disposizione per concerti, fiere e ogni altro evento capace di attirare pubblico.

Ovviamente, e questo l’abbiamo potuto comprendere intervistando le autorità comunali, l’intreccio burocratico tra enti pubblici, aziende, corpi di Polizia rende difficile l’individuazione di una linea comune, soprattutto quando l’interesse pubblico e privato non viene a coincidere. Nonostante ciò è la comunità, di cittadini e poi di elettori, che ha diritto a riappropriarsi di uno spazio che, al momento, presenta un fiorire di furti e microcriminalità. Gli interventi possibili sono tanti, ci auguriamo che qualcosa possa cambiare.


Matteo Vannacci

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