 |
Society of Imaginary Friends - Sadness is a Bridge to Love
|
|
Imaginary friends, but real friends of good music Un consiglio: non pensate di ascoltare distrattamente questo disco. Perché si tratta di un lavoro complesso e interessante nella sua complessità. E' un gruppo sperimentale nel senso migliore del termine: perché non vuole stupire con effetti speciali, ma creare bei brani al di fuori dei soliti accordi. Un'intenzione forse banale ma che si ottiene grazie a un grande talento che le due menti della formazione londinese, la cantante Louise Kloebe e il tastierista (che predilige la fisarmonica) Alfie Thomas, hanno da vendere. A questi si aggiunge il violinista Chris Brierley. La Kloebe è dotata di una eccezionale voce di contralto che talvolta usa anche con impostazione lirica. Thomas dimostra di aver assimilato la struttura classica della musica e di aver ascoltato di tutto. I brani sono pensati prevalentemente per evidenziare le qualità della Kloebe, spesso su costruzioni che non esitiamo a definire "epiche" per volume sonoro e per l'insistenza sulle stesse basi armoniche sulle quali nascono figurazioni solo apparentemente inserite a caso ma che fanno parte a pieno titolo della composizione. Ci sono anche momenti meno impegnativi, riuscitissimi per altro, come le più melodiche The Lovely Rain (un'oasi di serenità) e For Those Online che riprende sonorità di gruppi e di colonne sonore degli anni sessanta (e il testo è un invito a cliccare sul loro myspace), mentre Flower On The Wall potrebbe essere un singolo per il suo ritmo da country accelerato. Ma non si possono tralasciare i due brani centrali: Night of Power, che sembra un brano seicentesco di Claudio Monteverdi adattato a una sonorità alla Atom Heart Mother, e Easy Way, più minimalista, che sembra scritto in collaborazione da Karlheinz Stockhausen e Nino Rota per una voce dalle caratteristiche alla Cathy Berberian, lirica e ironica al tempo stesso. Troppa carne al fuoco? Forse, ma funziona. Michele Manzotti |
Track List 1. Moors |
