The Gaslight Anthem or: how to make great American rock without sell yours souls to the mainstream.
I Gaslight Anthem sono una punk band di New Brunswick, sparuta cittadina del New Jersey. In realtà ascoltando The ’59 Sound, secondo disco della band sarebbe possibile intuire solo una delle due cose. L’album non è punk, ma siamo certi che scommettereste sul New Jersey. Le 12 tracce sono infatti profondamente rock, pulito e potente allo stesso tempo, come gli artisti del NJ ci hanno insegnato.
Già a partire da Great Expectations si ha un tappeto sonoro di grande impatto, dove la voce del frontman Brian Fallon si impone fin da subito. Proprio nell’open track si ha inoltre il primo tentativo di coniugare all’immediatezza del gruppo una maggiore attenzione per i particolari, gli arrangiamenti, i cambi di ritmo e in genere per una maggiore sperimentazione. Da questo punto di vista i Gaslight Anthem ricordano i Killers, altri americani capaci in questi anni di imporsi al grande pubblico, ma suonano meno elettronici e probabilmente più classici. Il resto dell’album prosegue su questa falsariga, i riff di chitarra si inseguono e i ritornelli entrano in testa. Come i riferimenti ad altri grandi made in USA da Tom Petty (Even Cowgirls Get The Blues) al conterraneo Bruce Springsteen (Meet Me By The River’s Edge, nella musica e soprattutto nel testo). In conclusione si può dire che i Gaslight Anthem hanno centrato il bersaglio a solo un anno dal loro esordio, che The ’59 Sound è un album diretto e sotto certi aspetti ancora ruvido, dai vari pregi. Primo, trovare una propria via in un panorama rivolto al pubblico più giovane nel quale sembra dominare, in ogni salsa fino alla noia, solo l’indie. Secondo, riuscire a portare avanti la tradizione stelle e strisce senza sconfinare nel barocco muscolare che troppa musica americana porta avanti da anni. Questo soprattutto grazie alla lezione della scena punk, che i quattro sembrano aver assorbito a pieno.
I due pezzi caratteristici del disco sono probabilmente Film Noir e Here’s Looking At You Kid. La prima è una grandiosa cavalcata in crescendo e rappresenta a pieno il meglio del disco, con un cantato coinvolgente e variazioni musicali di rilievo. La seconda è una dolcissima ballata, anche questa nella migliore tradizione. In conclusione l’unico difetto di questo bel disco sta proprio nel non aver “rischiato” proponendo altre canzoni come quest’ultima.
Matteo Vannacci
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Track List
Great Expectations
The '59 Sound
Old White Lincoln
High Lonesome
Film Noir
Miles Davis & The Cool
The Patient Ferris Wheel
Casanova, Baby!
Even Cowgirls Get The Blues
Meet Me By The River's Edge
Here's Looking At You Kid
The Backseat
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