Darren Decide è fatalmente nato nella città di Chicago, che a tanto buon blues ha dato i natali. E' nato anche il giorno di Halloween, come una premonizione per quel blues dai toni cupi, sbandati, sanguinari e alcolizzati che oggi caratterizza la sua musica.
Trasferitosi nel New Jersey, lì ha aperto l'etichetta Ever Reviled Records, che pubblica dischi di “contro cultura musicale”. Ha fatto parte dell'ormai estinto progetto Hopeless Dregs Of Humanity, dalle cui ceneri è nato il suo progetto solista.
Testi tra cocaina, distruzione e un Jersey Devil che spunta dietro l'angolo, una voce roca e sinistra come se venisse dall'oltretomba. Sonorità ruvide, rugginose, apprese e inventate completamente da autodidatta, registrate interamente in analogico.
Stesso approccio scorbutico del texano Alex Gomez, tra Tom Waits e John Spencer, tra il blues e il garage, ma in un disco più prodotto che, specialmente nella prima parte, sorprende per le sue qualità.
Si parte con il ruggito di Won't you per passare all'apocalittica e più aggressiva Nepalm, Death and Fire. La più dilatata The Jersey Devil is Here, con il suo incedere inquietante e le note di violino in chiusura, è probabilmente il miglior brano del disco. The Cocaine Song ha un testo che rispecchia in pieno il titolo, The Infedelic Boogie è il momento più rabbioso che spezza l'album a metà, Leave Me Alone è il brano dal ritornello più velatamente pop. E' un album variegato e con tante belle sorprese, un talento istintivo e ruvido ma capace caratterizzare il suo blues con qualcosa di molto personale.
Giulia Nuti
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