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INTERVIEW

Anna Calvi, non solo dark

Discovering the aims of the new talent of English music 

Il nome è italiano da parte di padre, ma è inglese di nascita e formazione musicale. Soprattutto il suo disco d’esordio dello scorso gennaio (che porta il suo stesso nome e che è stato pubblicato dalla Domino records) ha conquistato anche musicisti Vip oltre al pubblico. Brian Eno l’ha definita «La cosa migliore dai tempi di Patti Smith». Nick Cave, Arctic Monkeys e Interpol l’hanno voluta come supporter per le loro date europee, mentre la BBC l’ha inserita tra i finalisti di «Sound of 2011». La cantautrice Anna Calvi ha appena completato un tour in Italia, la sua seconda presenza nel  2011 nel nostro paese. Anna Calvi è considerata la nuova musa del rock inglese. Ha iniziato a studiare musica a diciassette anni e in precedenza è stata cantante e chitarrista dei londinesi Cheap Hotel. Cantante e compositrice dalla forte personalità, è spesso paragonata a Pj Harvey e Siouxsie, anche se lei ha dichiarato di ispirarsi alle voci di Nina Simone, Maria Callas e Scott Walker, alle chitarre di Django Rheinhardt e Robert Johnson, oltre che al classico romanticismo di Ravel e Debussy. Parlando con lei abbiamo cercato di scoprire qualcosa di più della sua arte.

L'album inizia con una traccia strumentale basata sulla chitarra e sulla ricerca di sonorità complesse partendo da un blues elementare, quasi rurale. E questo nonostante la voce sia uno dei suoi punti di forza. Qual è il motivo di questa scelta?

«Penso che sia importante creare un’atmosfera nella musica che si esegue e portare l’ascoltatore in un altro mondo. Ed è questo che ho cercato di fare con il brano strumentale  Rider to the Sea. Inoltre considero la chitarra molto importante per me, non solo un mezzo espressivo, ma un’estensione della mia stessa voce. Posso dire che questo è in buona parte il motivo per cui ho iniziato l’album in questo modo».

Nel suo disco la parte musicale descrive principalmente atmosfere oscure, dal gusto talvolta un po’ “retro”. Qual è il suo intento quando scrive un brano?

«Mi piace sottolineare come ci siano molti colori ed tante emozioni che ho voluto inserire nel disco. Questo perché voglio fare musica che muova passioni, dove le note in prima persona raccontino la storia così come lo fa il testo»,

Molti musicisti importanti hanno lodato la sua scrittura e l’hanno voluta al loro fianco nei tour dal vivo. A suo parere qual è un elemento che un ascoltatore può apprezzare nelle canzoni che scrive?

«Non conosco una risposta a questa domanda, dato che il gusto per un brano o una sonorità è un fatto principalmente soggettivo. Personalmente non sono molto interessata a ciò che le persone percepiscono dalla musica».

Ci può presentare la sua formazione e soprattutto come sceglie i musicisti?

«Sono accompagnata da Mally Harpaz che suona harmonium e percussioni e da Daniel Maiden-Wood alla batteria. Mi piace avere un gruppo di piccole dimensioni quando vado in tour perché permette a tutti noi di essere più dinamici ed espressivi. Inoltre, fatto non secondario, sono musicisti di grande talento». 

Si sente ispirata da qualche artista italiano?

«Uno in particolare: sono una grande fan di Ennio Morricone». 

E qual è stata la sua prima sensazione quando ha affrontato il pubblico italiano lo scorso aprile?

«Amo suonare da voi, in parte grazie alle mie origini ma anche perché il pubblico è molto entusiasta e pieno di calore nei confronti dei musicisti. E’ sempre un piacere esibirsi in Italia e lo è stato anche in quest’ultima occasione».


Michele Manzotti


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