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21 May 2011 - Six Organs Of Admittance live in Napoli, Palazzo Marigliano

La terrazza di Palazzo Marigliano è stata la splendida cornice del concerto deu Six Organs Of Admittance, stavolta in versione solistica con la sola presenza del fondatore Ben Chasny.
L’occasione, quella di ascoltare il solo Chasny alla chitarra, ha consentito di poter assistere ad un concerto in cui è stata sviscerata l’anima più folk del progetto SOOA.
Dopo dieci anni dal suo esordio, Ben Chasny è diventato un punto di riferimento nel panorama psych-folk americano ed il concerto napoletano ne è stata un’ampia conferma.
Seppur spoglio di ogni visione elettrica, il concerto è stato un lungo cavalcare a metà tra le suggestioni di John Fahey , i giochi ipnotici della musica indiana ed i Pink Floyd dei primi anni ’70 (cfr. “More”). Atmosfere che hanno via via conquistato un pubblico che al principio si era mostrato un po’ impaurito dalla sola presenza di Chasny e chitarra.

La scaletta non ha risparmiato le cose più belle (e conosciute?) del repertorio dei SOOA passando dalla ipnotica “Words for two” (School of the Flower, Drag City 2005) alla affascinante "Torn By Wolves” (The Sun Awakens, Drag City 2006) senza dimenticare brani dall’ultimo album “Asleep on the Floodplain” (Drag City 2011). Un bel concerto davvero che ha saputo incastonarsi nella storica e bohemienne cornice delle stanze del Palazzo Marigliano di Napoli.
Via via che le incertezze ed i timori del pubblico venivano spazzati via dalla chitarra di Ben Chasny, quest’ultimo assumeva, col tempo, la statura di un vero e moderno pifferaio magico capace di incantare anche coloro che erano giunti lì grazie ad un passaparola e che fino a quel momento chiacchieravano godendosi uno dei primi e bei tramonti dell’estate napoletana. E’ difficile dire dove si può arrivare con certe suggestioni, di certo la musica dei Six Organs of Admittance non lascia spazio a fraintendimenti tra lo psych - folk più onirico e richiami mai sottintesi all’esoterismo.

L’assoluto silenzio, nato da una attenzione sempre più devota, è stato il più bel regalo che l’audience napoletana potesse fare a questo concerto che si è concluso in un fragoroso applauso che è suonato come un atterraggio sulla terra dopo un lungo volo spaziale. Il bis ha regalato “Above a Desert I've Never Seen”, forse una delle cose più fascinose dell’ultimo lavoro dei SOOA, mentre gli sguardi che si incrociavano tra i presenti erano quelli di persone consapevoli di aver assistito ad una serata da ricordare.
I doverosi complimenti vanno all’organizzazione “WakeUpandDreams” che sta cercando, con successo, di rinfrescare il panorama dei concerti napoletani.


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