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Mike Sponza European Blues Convention - Continental Shuffle
(Sonic Shapes)

Il Popolo del Blues ha sempre apprezzato Mike Sponza perché, al di là del suo talento, è un musicista coraggioso. Ama le sfide. Sembra una banalità, ma oltre ai discorsi di rito sul Blues proveniente dai paesi non anglofoni, le conventions d’esperti, promotori e gente in cerca d’impiego, quello che conta è il risultato, cioè la musica. E per fare del vero Blues europeo, ci vogliono degl’artisti europei, con le loro molteplici influenze e attitudini. Su questo progetto, metter insieme musicisti europei per creare opere compiute e non estemporanee sessions, Mike lavora da diversi anni e la costanza, l’ostinazione verrebbe da dire, gl’ha dato ragione. Continental Shuffle è un grande album, un doppio CD, con un sacco di musicisti interessanti, alcuni già piuttosto conosciuti come l’armonicista francese Nico Wayne Toussaint, la cantante inglese Dana Gillespie che ormai è in giro da una quarantina d’anni, la chitarrista finlandese Erja Lyytinen senza dimenticare i fratelli Andreas e Micheal Artl ossia metà dei tedeschi Blue Shacks. E’ superfluo nominare tutti gl’artisti che suonano in questo doppio CD ma vale la pena notare che dal vivo come su disco, Sponza si va accompagnare da un pugno d’italiani assai talentuosi, musicisti con curricula corposi. Michele Bonivento rimane uno dei migliori in circolazione all’Hammond, mentre due batteristi Moreno Buttinar e Alessandro Maffioli hanno un drumming capace di tenere in piedi qualsiasi arrangiamento. Per tornare all’armonica, ci sono altri cinque (5) armonicisti, Greg Zlap, Matjas Pribojszki, Tomislav Goluban, Jean Pau Cumellas e Manlio Milazzi rispettivamente francese, ungherese, croato, spagnolo e italiano. Non vorrei perdermi nella geografia, perchè ci sono anche artisti d’altre nazionalità ma vale ricordare il vibrafonista Bosko Petrovic, scomparso poco tempo fa, un pioniere nel Jazz all’Est. Potevano mancare gli spagnoli, i fiati sloveni, un altro pattuglione di croati, un danese Thorbjorn Risager, e il noto Christan Rannenberg, pianista tedesco? Ovviamente no. Questo album contiene altre due specificità: come dice Mike è stato applicato il concetto di “song-crossing” ossia gl’artisti hanno donato i loro pezzi agl’altri musicisti senza necessariamente interpretarli in prima persona. In più, udite udite, tutti i pezzi sono degl’originali, quindi niente standards riciclati all’infinito. Nel primo CD, particolarmente efficaci “Sugar Rush” e “The Lighthouse Keeper”, nel secondo “S.G.W”, “Electric Lights” e “Beauty Queen #2”. Forse sarebbe l’ora che la cultura europea “ufficiale” riconoscesse il lavoro meritorio di Mike Sponza, artista “illuminato” più di tanti soloni inamidati.

Luca Lupoli

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