After Celebration, Florida another EP for the Felice Brothers, still looking for a success that hesitates to come.
In precario equilibrio tra una fama che meriterebbero e un gioioso anonimato nella provincia americana, i Felice Brothers stanno probabilmente vivendo il momento che li consacrerà una volta per tutte o li lascerà nel loro limitato mondo, fatto di concerti a ripetizione e amore incondizionato dei fan della prima ora. Sono ormai passati più di quattro anni dal debutto di questi fratelli del New Jersey che sembravano poter sfiorare le stelle più alte, come quelle di Bob Dylan e della sua Band. Probabilmente troppo anarchici, forse sfortunati nella scelta dei manager e delle etichette, ammaccati senza dubbio dalla svolta solista di Simone Felice, i “fratelli” rimasti sono sempre arrivati a un soffio dalla loro esplosione, senza raggiungerla.
Quest’anno l’ennesima svolta, cambio di etichetta (Fat Possum) e disco shock (Celebration, Florida): suono pulito, salto nel buio nel folk elettronico e tentativo riuscito a metà, come sempre. Qualcosa però è cambiato, la vena creativa della band è stata saggiamente incanalata sulla promozione virtuale. Ecco così spuntare un Twitter spontaneo e interessantissimo, un sito internet finalmente ben fatto, blog e video sulle piattaforme più cool del momento. Ma in programma c’è anche un lungo tour europeo che purtroppo non toccherà l’Italia e mi piace ricordare che fino ad oggi solo Ernesto De Pascale era riuscito a portare e a promuovere i Felice Brothers qui in patria. Infine la chicca, dopo la svolta elettronica ecco altri cinque pezzi inediti, da Felice Brothers “classici”, scaricabili gratuitamente dal loro sito.
The Poughkeepsie Princess questo il nome dell’EP si apre con un pezzo dalla bellezza lancinante (Among the Missing), giusto un assaggio dell’incredibile potenziale di questo gruppo. Poi, come spesso nella loro discografia ecco due salti verso il basso, Loser take all forse un augurio e Adeline, un tentativo non troppo riuscito di commistione con il punk. Si risale, seppur di poco, con Step Dad e finalmente si tocca nuovamente l’infinito con Patty.
In soli cinque pezzi anche questo ultimo EP conferma quindi tutti i pregi e tutti i difetti del gruppo. Se facessero un album di dieci-undici Patty, probabilmente entrerebbero nel mito. Per ora i Felice Brothers sono come quei calciatori troppo anarchici per riempire il loro salotto di targhe e statuette. Ma sono proprio questi personaggi che fanno sognare le piccole squadre e i tifosi comuni, nell’attesa di quel colpo magico concesso a pochi eletti - che cambierà la storia, magari la storia di una domenica, o i quattro minuti di una canzone.
Matteo Vannacci
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1) Among the missing
2) Loser take all
3) Adeline
4) Step dad
5) Patty
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