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Datato 1972
Josh Rouse, 1972

(Rykodisc)



Il titolo dell’ultimo album di Josh Rouse, “1972”, corrisponde alla sua data di nascita e a quella della sua Telecaster, che lo accompagna nella scrittura di molte delle sue canzoni. Ma il 1972 è anche un anno elevato a simbolo di un periodo musicale, quello dei primi ’70, di cui Rouse ha sentito l’influenza, citando fra le sue fonti di ispirazione Al Green, Steely Dan, Carol King e Stevie Wonder. Allo stesso periodo si rifanno anche le sonorità del disco, concretizzando la volontà di Rouse di riportare in superficie le atmosfere di quegli anni e di realizzare un abum dal suono retrò. Si parte quindi con l’utilizzo di tutte le caratterizzanti di sorta: chitarre acustiche, archi, flauti, voce in falsetto, cori e arrangiamenti adeguati. Il line up di base della band è semplice; chitarre, tastiere, basso e batteria. Molto fanno gli arrangiamenti, la ricerca del suono e le canzoni. Certo quella di sintetizzare in un solo album il sound di un epoca così poliedrica, straordinariamente creativa e così prolifica da rimanere per certi aspetti inspiegabile non è una pretesa facile, specialmente per un album che non vuol essere solo un disco di tributo ad un periodo. E’ proprio come album solista che “1972” dà dimostrazione di essere bell’album, perché la musica è genuina e perché certi particolari non sono lasciati al caso. Unica pecca il fatto che quanto a sonorità anni ’70 sembra che certi gruppi, Led Zeppelin per citarne uno, siano rimasti del tutto fuori dalla lista.

Giulia Nuti

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