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I sopravvissuti del soul


È giunto nelle sale cinematografiche fiorentine, e non è rimasto a lungo causa invasione di film dalla Mostra di Venezia, un bellissimo documentario sui grandi sopravvissuti della musica nera degli anni sessanta: “Only the strong survive”. Il film, diretto dal più grande documentarista musicale in attività, D.A. Pennebeker, è un ritratto crudo e impietoso di cosa è rimasto per artisti quali Wilson Pickett, Sam Moore, Eddie Floyd e molti altri ancora, del grande successo di una volta. Pennebaker, la cui attività inizia nel 1959 con un documentario sull’elezione a presidente degli stati Uniti di John Kennedy, ha prodotto nella sua carriera alcuni dei più importanti reportage sociologici sul significato della musica e sul ruolo dell’artista nel ventesimo secolo. Da “Don’t look back 2 del 1965 dedicato alla prima britanica di Bob Dylan a festival di Monterey del 1967 fino a uno spettacoloso documentario sui Depeche Mode nel 1991. Il suo taglio non è mai da regista di video clip, ne mai potrebbe esserlo essendo Pennebeker un laureato in cinema con tanto di tesi sul neorealismo italiano!, ma da curioso della natura umana e del vivere di tutti i giorni. In “Only the strongs survive” il regista trova molta umanità su cui lavorare entrando a fondo nel cuore del sistema della musica nera di una volta, con i suoi processi, i suoi rituali. Il regista si rifiuta di commentare, e questo è il suo più grande merito, l’azione in corso e - in un epoca in cui il documentario è diventare la fiction del futuro ( si veda il successo di certe televisioni nord europee come “artè”) la sua scuola si fa sentire precisa e sicura fra i più giovani documentaristi.Bellissima la colonna sonora, a tratti commovente, con tanti classici rispolverati, pubblicata in Italia dalla Edel. “Only the strongs survive” è un film- documentario da non perdere quindi; meno creativo dell’approccio fin troppo personale usato da Wim Wenders per spiegare il Blues, Pennebaker piacerà a coloro i quali cercano dal cinema un intrattenimento differente, intelligente, non urlato ma condito da sensazioni umane.

Giulia Nuti

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