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ANTEPRIMA
Bruce Cockburn Speechless
(Cooking Vinyl)
The canadian goes back to his roots and delivers us a magnificient, intense, album with a contemporary taste and a sparse ol’blues feeling
Quando negli anni settanta il nome di Bruce Cockburn varcò i confini del Canada il merito si divise equamente fra le canzoni che il nostro scriveva e la capacità di comporre brani strumentali per chitarra che lasciavano senza fiato. Negli anni il pubblico di Cockburn si diresse altrove, lo perse di vista anche se il canadese continuò a dare segnali della sua presenza, della propria vitalità con molti dischi a cadenza fissa. Un senso di pesantezza, d’opprimente monotonicità aveva fatto perdere a tanti suoi fan l’attenzione verso Bruce. Questo nuovissimo “Speechless the instrumental Bruce Cockburn” è l’album giusto per far rappacificare le due parti grazie a un approccio alla chitarra che, pur caratterizzandolo fortemente, lo stacca dall’immagine che lo aveva accompagnato negli ultimi anni. Non perdetevi questo disco se vi piace John Fahey, ma anche Fred Mc Dowell, il John McLaughlin di Shakti, lo Steve Howe men prog o il California Guitar Trio. Nel disco Cockburn risuona alcuni brani del suo primo repertorio, “rouler sa bossa” e “salt, sun and time” dal disco dello stesso titolo(1974), “sunwheel dance” dall’album omonimo (1971), “water and wine” da “in the falling sky” (1976) ma niente suona vecchio o rispolverato. Tutti i brani hanno una altissima dignità e un rigore che rende il disco uniforme, pochi gli strumenti che appaiono al fianco delle chitarre di Cockburn: un vibrafono, una percussione qui e lì, un organo in lontananza. In un periodo in cui si parla così tanto di Canada( Arcade Fire, Black Mountain) dedicare un pò di tempo a “Speechless” di Bruce Cockburn aprirà il cuore anche ai più duri e puri.
Ernesto de Pascale
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