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Langhorne Slim - When the sun gone down
(narnack records)
www.narnackrecords.com



Mordern New York City hobo in well known local trobaoudur style can do no wrong

Un buon disco, senza aver bisogno di chiamarlo capolavoro. Ecco in poche parole un sintetico giudizio sull’esordio di Langhorne Slim, un ventenne con la voce consumata di colui che ha già vissuto tanto.
Sulla scia the Wyos, Tarbox Ramblers, The Boggs, ancora prima Steve Forbert o dell’intera Cornelia Street Café Scene, o addirittura più indietro, con riferimenti a The Fugs, Holy Modal Rounders, Pearls Before Swine e Dave Van Ronk, Langhorne afferma di aver registrato quest’album in “vari appartamenti“ del quartiere di Brooklyn. Gli possiamo credere; il risultato è sorprendentemente uniforme. Eccellono brani come “and if it’s true” o la solitaria e disperata “drowing”, “i ain’t proud”, la forsennata “hope and fullfillment”, “checking out” dai toni fifties, la conclusiva “i love to dance” che dimostrano il talento del giovane. Recuperata la tradizione dell’hotennay, Longhorne Slim, tipico prodotto della scena bianca folk del New England - che, si ricorda, ha una tradizione antica che risale alla fine degli anni cinquanta - fa trasparire una cultura superiore alla media. L’album lascia un certo piacere alle sue spalle; “when the sun gone down” è un disco che si fa risuonare volentieri. Si attendono novità; Langhorne Slim è un nome da tenere d’occhio.

Ernesto de Pascale

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