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Richard Thompson - Front parlour ballads

Richard Thompson - Front parlour ballads
(Cooking Vinyl)
www.richardthompson-music.com



First solo acoustic album since 1981

Richard Thompson pur vivendo da 15 anni in California è rimasto profondamente britannico, più di tanti altri suoi colleghi. Si attendeva un suo album in completa solitudine dal 1981 quando realizzò un disco di strumentale di gighe e reels. Questa volta ha fatto benissimo e ha ammesso pubblicamente che le 13 canzoni di ”Front parlour ballads” non potevano avere trattamento diverso. Sono classiche dark ballads alla Richard Thompson; brani profondissimi che scavano dentro e il cui sense of humour fa ancor più male, indagini millimetriche della vita privata (gli riesce benissimo come nell’iniziale “let it blow” storia di un matrimonio di una coppia di successo o come in “solitary life” in cui si immagina invecchiare osservando l’orizzonte della sua staccionata se non fosse stato un musicista) o di vita sociale.
Thompson ha una maturità nel comporre che ben si sposa a quella d’esecutore, e in brani come “My soul, my soul” licenzia squisiti interludi di vago sapore psichedelico - dickensiano mentre in “Miss Patsy ” il linguaggio aulico e cortese ben contrasta con una sequenza di accordi grave ed invocativa, “Miss Patsy carry me home”.
Le canzoni di “Front Parlour Ballads”, come tanti altri brani del repertorio de l’ ex Fairport Convention hanno il pregio che potrebbero essere state composte ieri come 200 anni fa, ma queste 13, ispirate da ascolti quali Debussy e Satie esprimono una libertà di struttura che fa bene alla storia delle composizioni, eludendo spesso la sequenza strofa/ritornello/strofa/ritornello/ponte (“Precious One”). Questo è un merito che pochissimi possono fregiarsi d’avere e che Thompson conosce e pare voglia tenersi, a buona ragione, stretto riuscendo oggi meglio che mai prima a convivere con quei fantasmi che abitano le sue canzoni e per le quali è celebre.

Ernesto de Pascale

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