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Sam Shinazzi - Stories You Wouldn't Believe
(Laughing Outlaw Records)
www.thec-minusproject.com
www.samshinazzi.com
The Australian singer/songwriter Sam Shinazzi goes solo with his third release after the drop of The C-Minus Project. His debut solo album, Stories You Wouldn’t Believe, is a mellow, poignant and melancholy collection of song between rock, country and folk.
Sam Shinazzi fa parte di quel vento di rinnovamento musicale che soffia dalla lontana Australia, da dove da qualche tempo stanno venendo numerose proposte interessanti dalla Laughing Outlaw Records. Shinazzi non è, come potrebbe sembrare, un songwriter alle prime armi ma alle spalle ha già due interessanti dischi come Long Drive Home del 2001 e Less Than Perfect Day del 2003 con The C-Minus Project e diverse collaborazioni dal vivo con artisti del calibro di Bonnie Prince Billy, Lou Barlow, Evan Dando, The Pernice Brothers e più di recente con i Crooked Fingers (che abbiamo recensito qualche mese fa). Accantonato di recente The C-Minus Project, Shinazzi si è messo al lavoro per il suo debutto come solista, Stories You Wouldn't Believe, un disco senza dubbio più ambizioso rispetto ai suoi esordi. Rispetto al passato lo stile è rimasto lo stesso ma ciò che è cambiato è la potenza lirica del suo songwriting che ha assunto tratti più personali e maggiore sicurezza. I brani, sostanzialmente basati su strutture semplici e su arrangiamenti che prevedono solo basso, chitarra, batteria e tastiere, mettono sin da subito in chiaro tutte le influenze di Shinazzi che vanno dai primi R.E.M. passando per i Byrds e fino ad arrivare ai Beatles. Certo non siamo in territori di grande sperimentazione musicale però ciò che ci sembra caratterizzare particolarmente Shinazzi è la capacità di interpretare i propri brani, ovvero di renderli trasparenti al punto da sembrare una confessione a tu per tu con l’ascoltatore. Tutto ciò è favorito anche dalle tematiche molto personali dei brani che vanno dall’amore, all’amicizia fino alla perdita di persone care. In questo senso molto intensa è Scotty Come Home in cui Shinazzi ricorda la perdita di un amico che gli torna in mente ogni volta che ascolta Natalie Merchant and 10,000 Maniacs. Il disco prodotto dallo stesso Shinazzi e da Adam Wes Gregorace, è dedicato alla memoria di Elliott Smith e vede nei suoi punti forza i brani più riusciti dal punto di vista melodico come Until Sunrise, Out Of The Question e My Friend & A Free Day quest’ultimo davvero magnifico con il mandolino in bella evidenza. Non mancano inoltre spunti di indie-folk (The Drifter), di rock trasversale (Game Over e Trying Not To Think About It) che bilanciano alcune concessioni all’easy leasting come in Getting Too Old.
Salvatore Esposito
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