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Coloursound – A Higher Station
(Rayman Recordings)
www.raymanrecordings.com



Per chi non sa di cosa si tratta, il titolo del nuovo album dei Colorsound, “A Higher Station” , può rimandare a qualcosa di sospeso tra mistico e spirituale, elevazione nell’aria verso lo spazio o il cielo che sia. Facendo scorrere lo sguardo tra i titoli (God Incarne(shankar), A hihger station, Light year), si avvalora l’ipotesi che si possa non essersi sbagliati di molto e che ciò che il titolo suggerisce effettivamente corrisponda alla musica. E quando l’album comincia si è finalmente certi che è proprio così. Dopo l’apertura con Sunburst, le due tracce successive God Incarne (shankar) e A Higher Station ci immergono direttamente in trascendenti atmosfere da raga indiane, con un fondale vibrante che sembra un elettrico coro di voci in meditazione su cui si muovono richiami al suono del sitar ( mentre la parola “shankar” non può far pensare ad altro che al nome del maestro Ravi). Usciti da questa prima parte del viaggio, spiccano le frequenze fluttuanti di Sea of Color, il più convincente brano dell’album. Da questo momento in poi il consiglio è quello di alzare il volume dell’amplificatore a una tacca più su di quanto consentito dall’apparecchio ( come avveniva per gli amplificatori “a 11” nel film This is Spinal Tap…) e lasciarsi trasportare dalle onde sonore – non a caso proprio con Electric Waves si comincia – perché da ora fino alla fine la musica nel più tradizionale dei sensi passa decisamente in secondo piano ed esistono solo giochi di effetti e frequenze. Inutile resistere, chi tenti un’analisi razionale del tutto a volumi che conservino l’integrità di timpani e neuroni ne resterà piuttosto deluso. Qui l’imperativo è listen it loud! e, come si dice, o la va o la spacca… Tra le influenze del gruppo vengono citati gli Spacemen 3 e Pete “Sonic Boom” Kember, ma la vena pop psichedelico che caratterizza i predecessori (salvo forse un po’ nel brano di apertura) qui viene meno, prevaricata dall’aspetto noise e dall’importanza data all’impatto fisico dell’onda sonora sull’ascoltatore. Ascoltatore naturalmente che sia disposto a farsi investire dall’onda sonora… Un viaggio assolutamente da testare quindi, ma dichiarandosi prima pronti a tutto!

Giulia Nuti

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