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Spatialize – Dryad’s Bubble
(3rd Stone Records)
www.3rdstonerecords.com
official site: www.spatialize.net



“Dryad’s Bubble” è l’album di debutto del ventiseienne inglese Neil Butler, nome anagrafico di colui che con sintetizzatori e programmazione digitale si nasconde dietro il progetto Spatialize. Per Butler questa prima esperienza discografica, su etichetta 3dr Stone, arriva dopo anni di sperimentazioni elettroniche iniziate in stile fai da te all’età di soli quindici anni con ciò che allora la tecnologia e le adolescenziali possibilità mettevano a disposizione ( una Roland e qualche effetto insomma). Fatto sta che le precoci sperimentazioni, miscelate con mistici viaggi tra Europa e India, lo hanno portato a vincere, nel 2000, la Sound-Sound’s top tape competition. Oggi il lavoro degli ultimi anni, con tutta la calma per lasciarlo maturare, viene fermato per la prima volta su disco. Si tratta di uno stile abbastanza semplice, che oscilla tra ambient e chill-out, sequenze ripetute e un mood regolare che evita brusche sterzate e colpi di scena. Nessun muro di frequenze impossibili ma un andamento piuttosto rilassato insomma, quasi di accompagnamento. Accenni vaghi vaghi di atmosfere reggae caratterizzano la non a caso intitolata Lunar Space Dub, mentre è curioso l’abbinamento col violino (piuttosto velato) su Stranger Than Fiction, mentre altrove aleggiano sintetici suoni di strumenti a fiato. E’ un album dove non si rischia mai troppo né si cade mai nello “strano”, ma c’è sempre tempo per cominciare a farlo dal momento che si tratta di un disco d’esordio e che quindi anche un po’ di diplomazia non fa male. Spatialize si sta comunque facendo strada nella scena elettronica underground inglese e si spera che aver fermato il proprio materiale per la prima volta su un album di studio possa servirgli per affermare il suo nome.

Giulia Nuti

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