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Questo dischetto, poco più che un demo, è l’ennesima prova che con un pò di fantasia si può suonare un Blues che non assomiglia come una goccia d’acqua a quello dei padri fondatori, dei figli, nipoti e altri familiari assortiti. Beniniteso ci vuole personalità, una dote che qui non manca, perchè Sophie Borgeaud e Jean Marc Pernon hanno conoscenza della materia Blues e sufficiente apertura mentale per non cadere nella banalità delle dodici battute. Non si tratta però di due musicisti amatoriali che tentano una ricetta spericolata e forse insipida.
JMP = Vengo da una famiglia di musicisti, mio nonno suonava la fisarmonica, e dopo un passaggio attraverso la musica Rock, mi sono consacrato al Blues sempre tenendo d’occhio la musica francese, ma anche il Jazz, soprattutto Mingus e Theolonius Monk. Mi sono sempre cercato di suonare un Blues più sofisticato di quello che viene usualmente proposto. Ho conosciuto Sophie perchè cercavo una corista e poi mi sono accorto che poteva esser molto più di una corista. SB = Sono cresciuta in ambiente immerso nell’arte, mia madre era ballerina, a casa s’ascolta molta musica e m’è sempre piaciuto cantare. Di formazione sono attrice di teatro, ho studiato anche pianoforte. Ancora studente sono partita per gli Stati Uniti, dove ho finalmente imparato a parlare un buon inglese, ma ho soprattutto approfondito la mia conoscenza del Jazz. Intorno ai primi anni novanta, ho lavorato con un chitarrista – Pascal Escoffier - partecipai in seguito a un progetto di World Music avvicinandomi al Blues prima di conoscere nel 2003 Jean Marc, il quale m’ha fatto veramente conoscere questa musica attraverso i suoi artisti. Nel 2005 abbiamo inciso 4 pezzi, recentemente abbiamo stampato il nostro primo disco – The Best of Love - che vendiamo su Internet (può esser richiesto scrivendo a HYPERLINK "mailto:baronneproductions@orange.fr" baronneproductions@orange.fr). Ancora non abbiamo trovato una casa di distribuzione, ma il nostro CD è stato molto apprezzato dalla critica, recensito su Soul Bag che lo ha gratificato di 4 stelle. Stiamo costruendoci una certa notorietà a livello nazionale come dimostra la nostra partecipazione al festival di Cognac. Queste sono le nostre prime apparizioni in pubblico in quanto abbiamo passato molto tempo a sviluppare il nostro progetto musicale. JMP = In effetti la formazione Blues di Sophie non è stata difficile, essendo già versata al Jazz, abbiamo soprattutto approfondito l’opera di artisti come Lightining Hopkins, Skip James e simili. La scelta di suonare in duo non è solo una questione economica, vorremmo trovare dei musicisti coi quali condividere questo progetto e questo stile. Sul disco c’è una prevalenza di chitarra e piano, un pò di basso e un filo di batteria, tutti suonati da me. Spesso ho utilizzato una chitarra acustica con corde di nylon per dare una specie di tocco latino. SB = Il disco è stato registrato in modo semplice, senza tanti fronzoli, la mia voce é quella che si sente nei concerti. JMP = Nella nostra musica c’è un tocco orientale, abbiamo ascoltato le Divas di Shanghai, un gruppo vocale anni 30-40 che hanno saputo fondere Jazz e tradizione del canto cinese. SB = Credo questa influenza si senta soprattutto nell’uso del vibrato. Siamo due musicisti aperti a molte correnti musicali. Io ho vissuto anche nella Polinesia francese, all’epoca lavoravo come giornalista alla radio. Ammetto d’esser polivalente perchè accanto alla musica, continuo a recitare, soprattutto in teatro ma anche cinema se capita. E’ una fortuna poterlo fare, ma il Blues é la mia scelta prioritaria. JMP = Stiamo già pensando ad un’evoluzione futura del nostro sound, sempre con l’uso di una strumentazione atipica per il Blues, non vogliamo cadere nei clichès tipici di questa musica. Ci sarà probabilmente un riferimento a tradizioni europee, specialmente l’uso della chitarra spagnola – che a mio avviso si fonde al meglio col Blues. SB = Cercheremo anche di fare uno sforzo compositivo orginale, di staccarci anche dai classici del Blues, peraltro molto apprezzati dal pubblico nelle nostre versioni. Io rimango anche vicina al Jazz, ma soprattutto a Billy Holiday, che è un pò la mia artista di riferimento. Luca Lupoli |
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