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In occasione della pubblicazione del nuovo disco
"the Hoochie Coochie Men - Danger: White Man Dancing"
(Edel)
Intervista a Jon Lord
È l’esperienza che guida l’intuito di vecchi leoni del rock come l’organista Jon Lord, il suono forte e ruggente dell’organo Hammond dei leggendari e immarcescibili Deep Purple che, alle spalle della voce stridula e inconfondibile di Ian Gillan, ricamava, spalla a spalla con le corde di Ritchie Blackmore, riff rimasti nel vocabolario di quel genere classico.
Lord, 66enne, non si è ritirato dalle scene e oggi, benedetti i suoi Deep Purple ancora in attività e presto in Italia (il prossimo mese di novembre) ha mille progetti differenti incorso d’opera. Ce ne ha parlato in esclusiva, sull’onda del suo più recente :
“ Con un gruppo di supermusicisti e vecchi amici sparsi per il mondo nel 2003 sono nati The Hoochie Coochie Men, guidati dall’ex bassista dei Rainbow - il gruppo di Ritchie Blackmore - Bob Daisley, che fanno base in Australia ma che è un semplice e divertente progetto di rock blues bianco, protato avanti nei nostri studi di registrazione personali. Cantanti come Ian (Gillian), Jimmy Barnes ci hanno aiutato per questo nuovo album di cui sono orgogliosissimo, “Danger: White Man Dancing”( Edel). Con loro - ci confessa Lord - mi sento un ragazzino, come ai tempi dei miei esordi con The Flower Pot Men !”.
Il segreto di Lord è, oltre a una tecnica efficacissima, risultato dei suoi studi classici, è uno smoderato amore per il Rythm & Blues: “la prima volta che ascoltai Booker T. Jones e i suoi MG’s di Memphis con la semplicissima “Green Onions” rimasi sbalordito delle possibilità di questo strumento. Da allora non ho più smesso di sperimentare con l’organo e credo, senza falsa modestia, di aver creato un suono, perché con l’Hammond non devi ragionare come un pianista ma per sonorità. Oggi con The Hoochie Coochie Men mi posso sbizzarrire a ritirar fuori vecchi classici che non mi sono mai stancato di suonare!”.
Ecco allora sfilare “Danger:White Man Dancing” i classici di John Lee Hooker, Muddy Waters, classiconi come “Heart of Stone”, miscelati con una sapente dose di originali in stile. Lord, visibilmente soddisfatto del risultato, compie poi una decisa curva a gomito e ci regala un bel ricordo sugli esordi americani dei Deep Purple : “Immagina, Ernesto - mi dice con tono confidenziale - un giovanetto 26enne con già qualche anno di lavoro duro nelle sale da balle del Nord d’Inghilterra, scendere per le prima volta le scalette del jet intercontinentale appena atterrato a LAX, l’aeroporto intercontinentale di Los Angeles il giorno di Natale del 1968. Io vengo da Leicester, un posto buoi, oscuro, piovoso. E trovarmi fra le palme, 26 gradi, ragazze bellissime e limousine. Mi voltai a Ritchie (Blackmore) e gli bisbigliai nell’orecchio “ Qui, o la va o la spacca, ma sappi che io non ho nessuna intenzione d tornare a casa...!”.
Jon Lord, che ha vissuto a lungo in California, tornato adesso alle origini, si divide fra il successo e il divertimento con The Hoochie Coochie Men e composizioni classiche.
“Proprio poche settimane fa L’Orchestra di Odense diretta da Paul Mann ha eseguito la prima mondiale della mia “ oom of the Tingling Strings“ con il virtuosissimo Nelson Goerner al pianoforte. E’ dai tempi del disco con l’Orchestra che realizzammo con i Deep Purple nel tardo 1970 alla Royal Albert Hall (un esordio impegnativo per Ian Gillian), che non ho mai smesso di dividermi fra classico e rock, contribuendo, mi auguro, ad essere promotore di una miscela che rimarrà immortale se ben proseguita da altri. La musica - esclama! - non si ferma amai. Proprio pochi giorni fa ho ascoltato con attenzione questo giovane gruppo canadese, Arcade Fire, e sono rimasto a bocca aperta per la loro energia, per le idee e certe loro combinazioni mi hanno ricordato i riff dei Deep Purple. A questo punto, sommando la mia esperienza e i miei risultati, posso solo dire che è venuto il momento per me di dedicarmi al puro e più totale divertimento. E non potrebbe esserci band migliore di The Hoochie Coochie Men!”.
Ernesto de Pascale
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