Going down highway 61 singing: “How does it feel to be without a hone, a complete unknown, just like a rolling stone”.
La copertina di ‘City Lights’ non lascia dubbi: sembra uno scatto alternativo di ‘Highway 61’ di Dylan se non fosse per la carnagione di Ron Franklin ed il suoi capelli che ricordano il primo Kravitz e Ben Harper.
Questo disco è un vero enigma: splendido esempio di retro folk rock o mossa commerciale tra le più studiate?
Di Ron Franklin sappiamo davvero poco. La sua vita è avvolta nel mistero delle sue stesse parole: “Quando ero un bambino, camminavo da solo per i boschi; avevo dei mocassini come scarpe e l’orizzonte era la mia casa.” La sua musica è tanto asciutta quanto i desolati paesaggi delle praterie americane, quelle in cui le strade sono diritte e attraversate dai coyote e sono i camion a dettar legge.
‘Warming By The Devil’s Fire’ ha il passo del viandante, di colui che, silenziosamente, cammina per le terre assolate e non ha paura d’incontrare perfino il diavolo, né di omaggiare Chuck Berry con una versione da baccanale di ‘Thirty Days’ .
‘City Lights’ rimarrà forse un mistero, quello che conta però è che le 12 canzoni che lo compongono hanno la forza di farsi ascoltare più volte e di crescere di ascolto in ascolto.
Jacopo Meille
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