.
RISTAMPA

Annie Briggs – The Time Has Come
(Columbia/Sony)

Inalturated Gem of British Folk. Immortal!!!

In un’epoca oramai lontana poteva accadere che un’artista non gradisse registrare album tutti gli anni, né tanto meno doversi sottoporre alla pressione delle esibizioni live e delle tournee. Annie Briggs, un nome spesso nominato dall’elite del folk britannico dei sessanta, apparteneva a questa categoria.
Definita da chi la ha conosciuta la “ vera ispirazione di Sandy Denny”, la Briggs è stata un personaggio errabondo della scena folk originale dei sessanta, apparendo su compilazioni dell’etichetta Topic già nel lontanissimo 1964, sfuggendo a qualsiasi logica e riapparendo, invece, nella veste di fidanzata e confidente di Bert Jansch, una presenza importante nella sua vita per mille motivi non meno perché trait d’union con il manager l’americano Jo Lustig, anfitrione di Roy Harper, Steeleye Span, Jetrho Tull, Ralph McTell, Chieftains, Richard Thompson, dei Pentagle di Bert e, per l’appunto, infine, anche di Annie Briggs.
Fra tanti avventori, fu Lustig, infatti, con il suo realismo, la sua perseveranza il suo pragmatismo - e, azzardiamo, forse perché non inglese! - l’unico in grado di dare ad Annie la parvenza di una carriera professionale.
“Time has Come “,inciso per la CBS nel 1971, seguiva di due anni “The Tracks of Sweeney” (Transatlantic) ma in quelli ancora precedenti alcuni brani di Annie erano stati inseriti Jansch nei suoi album da solista, come testimonianza della bravura compositiva della Briggs. Bravura che era soprattutto costituita dalla capacità di comporre melodie dal sapore immortale se pur nuovissime. Bravura che tutto il Folk Britannico dei sessanta sottolineava, senza però muovere la Briggs dal suo fare incerto e dal suo buon ritiro.
Ai ripetuti ascolti “Time Has Come“ viene fuori in tutta la sua grandezza, dai brani originali (la bellissima “Everytime”, il brano che dà il titolo al disco, “ Wishing Well”, scritta con Jansch) alle cinque cover scelte fra brani di autori vari (notiamo Steve Asole e Lal Waterson).
La canzone che dà il titolo alla raccolta del 1971 non era una novità; era infatti già stata incisa nel 1966 nell’album “Bert & John”(Transatlantic) da Renbourn e Jansch, nel disco di Dorris Henderson “ Watch The Stars” (Fontana) nel 1967 e da Alan Price come lato B del singolo di successo “Don’t Stop The Carnival“, del 1968.
Si può parlare di capolavoro ? Certamente ! Certe atmosfere dei Led Zeppelin in vena folk arrivano direttamente da qui. Le melodie, tutte splendide, volano alte, i Jethro di “Benefit“ devono moltissimo alla Briggs.
Nel 1996 la Fledg’ling ristampò il disco successivo a “Time has Come“
(l’ultimo del rapporto con Lustig perché la Briggs si sposò e figliò nel 1972), ma la mancanza di “Time Has Come “ dal mercato era stata a lungo lamentata dai fans delle origini del folk contemporaneo britannico.
Una rarissima apparizione televisiva nella serie documentaristica della BBC4 “Folk Britannia, nel 2006, lascia sperare in nuove avventure anche se artisti come Thurston Moore dei Sonic Youth sono stati rispediti a casa con educazione, ma fermamente.
Non resta perciò che godere di questa gemma senza tempo e se il genere vi è congeniale paragonare poi questo album con quello di Meg Baird degli Espers. Per tirare poi le conclusioni.

Ernesto de Pascale

Track List

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker