Edwin McCain hails from Charleston, South Carolina and, despite having a guitar-player called Chaney, is not involved in politics. His business is American music not really the stream defined as Americana - but a blend of Soul tinged with Blues, a spice of New Orleans swamp and Roots music. Is it too much, too obvious? Actually, McCain who is aged 38 and has already published eight records, sounds very fresh and original, ski-rocketed by a tight band. This Nobody’s Fault but Mine is the confirmation of a great talent.
Non è mai troppo tardi per scoprire nuovi artisti, anche per il sottile piacere di sconfiggere l’idea che non ci sia niente di nuovo sotto il sole, invece magari c’è ma preferiamo non vedere. McCain é uno di quegl’artisti che meritano rispetto già per il lavoro 300 date all’anno ossia come lavorare 6 giorni la settimana e avere due settimane all’anno di vacanza ma avere inciso 8 album senza aver ancora girato i quaranta anni, ha dello stupefacente. Mc Cain ha una bella voce, rotonda, potente e molto espressiva senza quella languidezza un pò moscia dei blue-exed soul singers. Questo “Nobody’s Fault but Mine” lo vede alle prese con canzoni altrui, classici in prevalenza d’origine Stax, che non sono stati eccessivamente abusati. Tiratissime sono “Grits Ain’t Groceries”, “T.C.B. or T.Y.A.”, “Ain’t Nobody” e “Ninety-nine and a Half” ma anche Who’s Making Love”. Diversi pezzi sono di Steve Cropper che figura anche tra gl’artisti invitati, come Ivan Neville alle tastiere il quale porta inevitabilmente un tocco swamp. Gl’altri musicisti non sono altrettanto famosi, ma indubbiamente bravi, con una menzione speciale per il batterista Eddie Bayers. Un disco largamente sopra la media di prodotti simili.
Luca Lupoli
|
Track List
|