Les couleurs du jazz avec l'énergie du rock
Le big band incontournable du moment'. Il possède un son, une connivence, une pépinière de solistes débridés (Collignon, Monniot, Sciuto...), l'agilité dans l'efficacité et toutes les références (Zappa, Vian, Poe, Tim Burton, Mingus, Nino Rota).
Erudit et ludique, l'album se déguste comme on emprunte un itinéraire bis, à l'écart des sentiers balisés de la musique populaire.(Le Figaro Magazine)
Esercizio di talento e stile, Le Sacre du Tympan di Fred Pallem sono sempre più un costoso gioco per l’arrangiatore che offre album del gruppo, Le Grande Ouverture è il terzo in dieci anni, sempre vari e ben fatti basati su un concetto modernista di big band. Questa indicazione la si può facilmente avere ascoltando ad esempio il repertorio del nuovo cd: dal brano con Sanseverino alla voce in La Voisine des Oiseaux alla successiva Sharpening Bone in cui Piers Faccini ricorda Jeff Buckley con l’orchestra che suona un bel tema da spy story tratto dal repertorio dell‘interprete ma rivissuto su nuovi principi fino a Une Epitaphe di e con Marcel Kanche.
Nei brani dove Pallem non chiama cantanti a esibirsi con l’orchestra, i musicisti sotto la guida del direttore e arrangiatore si divertono tantissimo spaziando da Charles Ives (Country Band March, straordinario rimando a Don Ellis) ad Aron Copland (Grovers Corners) a Andrè Popp (Picasso Blue). Il brano più bello è Midnight Sun di Johnny mercer e Lionel Hampton che pare uscito dalla colonna sonora di un cartoon de I Pronipoti di Hanna & Barbara (canta Andre Minvielle) mentre il successivo Fool That I Am (dal repertorio di Etta James), con alla voce la bravissima Juliette Paquereau (dal gruppo Diving with Andy) è il prossimo hit single per Jessica Rabbitt.
Le Grande Ouverture è un album consigliatissimo a chi ama lo swing o più esattamente la vita a tempo di swing. La formazione vince la propria scommessa, adattarsi alle necessità degli interpreti e Pallem la sua personale di far vivere, con grandi sacrifici, una big band che non viva all’ombra delle istituzioni. L’arrangiatore afferma che questo album, se non otterrà il risultato sperato, sarà anche l’ultimo. Sarebbe un peccato perché lo sforzo merita attenzione in Francia e altrove. Certo, ci vuole una certa attitudine per entrarci dentro ma se non la si ha la si trova come la hanno trovata i musicisti nel seguire i cantanti!. L’album, infatti, ha anche il compito, in qualche modo trasversale, di procurare attitudine a chi ne cerca una fuori dagli schemi di sempre!
Ernesto de Pascale
|
Track List
|