Esbjorn Sveensson‘s last call
Ultima chiamata per Esbjorn Svensson e già si parla di testamento. Non è esattamente così perché la tragica scomparsa del pianista svedese è solo una casualità e Leucocyte se di qualcosa sa di certo non ha il sapore del testamento ma bensì della ricerca finalizzata a una prospettiva originale che infrange le barriere del jazz. L’album, peraltro chiaramente non terminato è ricco di confidenza nell’uso dell’elettronica - una caratteristica ben constatata nel precedente e straordinario Live in Hamburger - della post produzione che avvicina il trio a formazioni di ben altra provenienza.
Leucocyte - sono le cellule del sangue che combattono le infenzioni - lascia la porta aperta a interpretazioni sui se e sui come del trio oramai giunto all’ultima fermata con la scomparsa di Svensson. Il materiale dell’album, sappiamo nato da jam svoltesi per 2 giorni consecutivi in uno studio australiano nel bel mezzo della loro ultima tournee mondiale, si sviluppa - come nel brano iniziale su territori più groove con il piano contrappunto da una ritmica oscura e premonitrice (decade). La suite che dà il titolo all’album include, non casualmente, un minuto di silenzio. Più in generale Leucocyte è comunque un bellissimo saluto di tre amici d’infanzia alla lunga età dell’innocenza, 13 anni, 12 album con brani bellissimi( still), riff pazzeschi che consolidano l’idea del recensore che il E.S.T avese un debito non espresso verso il prog anni settanta (Leucocyte, Ab Initio), aggraziata imporvvisazione free bop (jazz) e un maestoso comando delle atmosfere e delle tessiture intime di quelle (Premonition, Contorted).
Ernesto de Pascale
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Track List
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