If you feel like a true Yankee, Stay Positive will make you really really pleased. Because The Hold Steady have made the deepest American album of the year. But, if you don’t like the magniloquent USA style at all, probably you will be bored or annoyed.
Quarto album per gli americanissimi Hold Steady, band di Brooklin alla quale la critica è sempre stata molto attenta. Stay Positive si è inserito nel solco lasciato dai lavori precedenti accogliendo consensi pressoché unanimi sulla stampa. Ma cosa rende i The Hold Steady così interessanti?
Ascoltando le 11 tracce del disco è possibile farsi un’idea. Intanto la band è americana nel senso più puro del termine, ha un suono quasi springsteeniano, veramente born in the USA, in secondo luogo i cinque newyorkesi fanno rock. Non indie, non post-punk, non qualunque altro stile e contaminazione, ma rock di quello più puro, schitarrato, vociato, magniloquente. Basta sentirsi la prima traccia del disco, Constructive Summer, o la seguente Sequestered in Memphis per rendersi conto che questo è probabilmente il disco più a stelle e strisce dell’anno. Cori, un tappeto di chitarre onnipresente, assoli a volontà. Tuttavia, l’impressione finale è che la critica abbia esagerato nel consenso verso un disco che a tratti rischia di annoiare. Come ogni opera di questo tipo può piacere tantissimo o allo stesso tempo risultare quasi fastidiosa, è la maledizione del rock americano, tanto affascinante e “potente”, quanto barocco e per i meno affezionati stucchevole. Questa è l’impressione che si ha ascoltando i brani meno riusciti del disco come One For The Cutters, Navy Sheets o Yeah Sapphire: troppo rumorosi, troppo riempiti di strumenti, troppo troppi per usare un gioco di parole. Senza contare che la voce del cantante Craig Finn, per quanto da vero yankee, e non ci saremmo aspettati altrimenti, rimane pressoché la stessa in ogni pezzo “tirato” del disco, come se alternasse le parole su un tono predefinito e immutabile. Questo non giova naturalmente all’originalità. Alla fine tuttavia rimangono alcuni brani brevi ed efficienti (Stay Positive), assoli degni di nota (Joke About Jamaica) e la sensazione che la band possa esprimersi al proprio meglio spostandosi su un genere di musica più intimistica, senza per questo voltare le spalle al rock. Valga come esempio Lord, I’m Discouraged, il brano più bello dell’album, dove finalmente la voce di Finn riesce a variare dal refrain dell’intera opera per un’atmosfera più scarna, conclusa da un’ottima prestazione del chitarrista Tad Kubler in un crescendo che, forse per l’unica volta, fa veramente sognare.
Il resto è divertimento per gli amanti della magniloquenza statunitense, e purtroppo quasi solo per loro.
Matteo Vannacci
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Track List
Constructive Summer
Sequestered in Memphis
One for the Cutters
Navy Sheets
Lord, I'm Discouraged
Yeah Sapphire
Both Crosses
Stay Positive
Magazines
Joke About Jamaica
Slapped Actress |