Il percorso di Brian Eno dalla codificazione dell’ambient music a oggi è passato attraverso molteplici evoluzioni, che lo hanno visto attivo soprattutto in campo musicale ma anche nel campo dell’arte visuale, dove l’artista ha all’attivo numerose esposizioni, opere, composizioni di luce generative. I due percorsi, quello musicale e quello visivo, si sono spesso intrecciati, per giungere oggi ad un inedito e innovativo punto di intersezione.
Con 77 Million Paintings, Eno pubblica un packaging a tiratura limitata con un DVD dove spiega con un’intervista i capisaldi del suo nuovo progetto artistico, un libro in limited edition di 52 pagine con un suo saggio in cui si racconta come artista visivo, e soprattutto l’essenza creativa del progetto, ovvero un software generativo per Mac o Pc in cui si concretizzano i “77 Million Paintings”.
Di cosa si tratta? Il software genera sullo schermo una sequenza virtualmente infinita di immagini, data dalla combinazione di 77 milioni di elementi, che scorrono lentamente accompagnati dalla musica di Brian Eno.
Concettualmente i risvolti di una operazione del genere sono molteplici.
Da una parte si porta avanti l’idea di una “visual music”, che associa alle già note composizioni generative di Brian Eno immagini in continua trasformazione.
Come la musica di Eno può essere vissuta come un corredo per l’ambiente circostante, o forse più esattamente come una parte integrante di esso, così può accadere per la sua arte.
Gli schermi sempre più grandi ed avanzati che le nuove tecnologie forniscono si trasformeranno in vere e proprie opere d’arte, e su di essi prenderanno vita le affascinanti e colorate immagini di Eno.
Non solo. Eno vede l’idea come lo spartiacque per una evoluzione nella concezione dell’arte. Un progetto come “77 Million Paintings” sta ad una esposizione come un cd sta ad un concerto dal vivo. La performance dell’artista entra nelle case, e l’utente ha la possibilità di usufruirne come, quando e dove vuole.
E se l’artista ha controllo su un quadro tradizionale, con “77 million paintings” ha controllo sull’input ma non sulle infinite possibilità di combinazioni delle immagini. Ogni spettatore avrà la sua personale esperienza di contatto con l’opera d’arte.
Se oggi uno schermo, quando è spento, equivale ad un “buco nero nel muro”, domani equivarrà ad un “living painting”, un quadro vivente.
E Eno nell’intervista del DVD predice un futuro nel quale le persone potranno acquistare tre o quattro progetti del genere, dislocandoli nelle varie stanze.
Certo la concezione oggi appare futuristica, e presuppone un bel po’ di mecenatismo da parte di un pubblico che attualmente non sembra proprio così vicino all’idea di comprare tre o quattro schermi a cristalli liquidi e disporli in casa alla stregua di opere d’arte viventi.
Ma Eno non è certo l’ultimo arrivato e di previsioni futuristiche che si sono avverate ne ha già fatte in passato (avrebbero scommesso proprio tutti sull’ambient music?). “77 Million Paintings” ha già riscosso successo in esposizioni come la Biennale di Venezia e la Milanesiana.
Non è facile dargli torto. Only time will tell.
Giulia Nuti
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