From Israel a trio with great passion for english folk music and american country
L'ascolto di questo disco lascia sensazioni contrastanti. Si parte innanzitutto ben eseguiti ma dall'ispirazione non certo esaltante. A metà disco le cose cambiano e i brani (specialmente quelli di durata maggiore) si fanno interessanti, tranne uno che sinceramente riteniamo fuori tema. Q uesto è il secondo lavoro del trio Goldoolins, israeliani che sono innamorati del folk inglese e della musica acustica americana. La strada che hanno intrapreso è tutt'altro che facile, dato che si può correre il rischio di perdersi in imitazioni dallo stile sterile. Quindi onore alle intenzioni, ma è anche vero che confrontarsi con il linguaggio dei grandi classici (tra le ispirazioni il trio indica Beatles, Fairport Convention e The Band) porta a qualche rischio. Così meglio rimandare a settembre le ballate acustiche che aprono il disco per apprezzare al meglio brani come (Till Then It's Just) You and me in the World e The Man he killed che mostrano una valida ricerca strumentale e melodica al tempo stesso. Resta estraneo all'atmosferta del disco il brano in ebraico troppo legato a un'atmosfera musicale differente da quella del resto del disco. Diciamo che il trio ha bisogno di saper mescolare meglio gli ingredienti perché la ricetta sappia conquistare.
Michele Manzotti
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Track list
Pretender's lament
Bed of wood
Fantasies
Find her
(Till Then It's Just) You and me in the World
Sheva shanim (Seven years)
The man he killed
Country traveler
Dusty
Song for Dodo |