. |
Neal Casal - Return in Kind
Fargo 2004
Neal Casal è una delle promesse mantenute dalla scena Alt-Country americana, il suo inconfondibile songrwiting e la sua voce eccezionale erano ben chiari sin dal suo esordio Fade Away Diamond Time del 1995, i lavori successivi hanno confermato tutto ciò fino a giungere al bellissimo Anytime Tomorrow del 2001. Return In Kind, il nuovo disco di Neal, un lavoro interamente composto da cover, si pone in continuità con il passato ma soprattutto rappresenta una prepotente risposta a coloro che ventilavano l’addio alle scene di Neal. Certo la scelta di interpretare 10 brani altrui, non è il massimo per rilanciarsi agl’occhi dei detrattori, tuttavia questo disco è da considerarsi come la realizzazione di un progetto che lo rappresentasse come ascoltatore e come interprete. I brani, alcuni noti altri più oscuri, vengono trattati da Neal con grande rispetto per gli originali e allo stesso tempo avvolti in un delizioso country-rock che gli fornisce uno spirito assai accattivante. Ad accompagnarlo in questa avventura troviamo tra i vari musicisti coinvolti nelle registrazione, Eric Heywood alla pedal-steel, Dave Scher dei Beachwood Sparks all’organo e alle orchestrazioni, che dalla loro parte hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita di questo disco, che probabilmente nato con l'intento di rendere qualche omaggio, è diventato una piccola perla. Durante l’ascolto emergono le efficacissime rilettura di Debris dei Faces, Be Real di Doug Sahm e un misconosciuto gospel, Too Late dei Consolers (Too Late), che più volte è stato eseguito dal vivo anche da Bob Dylan. Il disco però svela più vertici interpretativi dalla vibrante With Tomorrow di Gene Clark, The Portland Waters di Michael Hurley fino alla magnifica rilettura per soli piani e voce di It's Not Enough di Johnny Thunders. Insomma un disco particolare, ma assolutamente denso di pathos e carica emotiva.
Salvatore Esposito
tutte le recensioni
|
. |