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Spectrum – Refractions: thru the rhythms of time 1989 – 1997
(Space Age Recordings )
www.spaceagerecordings.com
www.sonic-boom.info



Dietro al nome d’arte Spectrum si nasconde una delle menti già alle spalle degli Spacemen 3, Pete Kember. Il progetto Spectrum nasce in contemporanea agli ultimi momenti di vita degli Spacemen 3, e già Kember (in arte, altrimenti, Sonic Boom) lavorava ad esso durante le registrazioni di Recurring (ultimo album prima che la band si sciogliesse). Il meglio delle sue registrazioni a partire dal 1989 è oggi raccolto dalla Space Age Recordings in una compilation dal titolo Refractions, attraverso la quale è possibile avere un assaggio delle sperimentazioni sonore con il cui taglio Kember ha contribuito sia a Spacemen 3 che a Experimental Audio Research (E.A.R.). Siamo davanti ad un mix di effettistica e pop psichedelico, dove spesso è possibile trovare un ponte con il sound degli Spacemen3. Alcuni dei brani lasciano maggior spazio ad aperture melodiche e al lavoro di scrittura nel senso più tradizionale del termine, come il pop minimale di California Lullaby e Help Me Please. Feels Like I’m Slipping Away domina la parte centrale della compilation e si pone in risalto per i suoni e le frequenze stile theremin che sembrano provenire dallo spazio. Immediatamente dopo arriva il ronzio distorto che fa da sfondo ad Owsley ( dall’album Forever Alien, anch’esso su Space Age) dove ancora una volta sembra che le angosciose domande di Kember (Where are you now? Owsley,can you hear me?) siano lanciate senza risposta tra le stelle dell’universo. C’è posto poi per brani in cui la voce “recita” su uno sfondo sonoro (I Know they say) , fino ad arrivare alla conclusione dell’album , un extended mix del brano, in stile Lou Reed, Angel. Un ritratto di Spectrum dagli esordi decisamente poliedrico.


Giulia Nuti




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