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Wilco : A Ghost is Born
(Nonesuch / Warner)
www.wilcoworld.net


Fate partire il cd dal terzo brano (“Spiders (Kidsmoke)”) e vi parrà di ascoltare i Can. Fatelo poi partire dal brano numero nove (“i’m a wheel“) e vi sembreranno gli Strokes, fatelo partire dal rano dieci (“Theologians“) e vi parrà di aver ristampato un vecchio disco degli Ozark Mountain Daredevils.
Sono invece i Wilco di “A Ghost is Born“, l’album che alla fine di questo 2004 molti saluteranno come uno dei migliori cinque dell’anno, un disco slowburner, di quelli che si dice – ti salgono dentro. Merito (e demerito) di Jim O’Rourke, il chicagoano produttore della band, sesto membro del gruppo a tutti gli effetti, vero Richelieau alle spalle di Tweedy e della sonora trombata di Farrar dal gruppo (oltretutto Jay e Jeff dividono ancora lo stesso avvocato, non avrebbero potuto risolvere in altro modo? di certo è colpa del terzo incomodo…) .
“A Ghost is born“ non è – a detta di chi scrive – superiore del precedente “Yankee Foxtrot Hotel “ anche se gli si deve riconoscere una profondità notevole visto il peso della composizione, in gran parte caricato sulle spalle di Tweedy. Più illuminante dell’album è il documentario in dvd “ i am trying to break your heart“ , girato intorno alle session del quarto e precedente disco, illuminante sulla condizione interna alla band.
Se così stanno davvero le cose, e perché non crederci, significa ancora una volta che Rourke è uno dei più subdoli e talentuosi manipolatori di oggidì, che Jeff Tweedy uno psicolabile con qualità innate e che io non gli affiderei neanche la monnezza da gettare. In altre parole un sòla. O un genio. O un genio sòla.

Ernesto de Pascale




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