. |
Jay Farrar Stone, Steel & Bright Lights
(Blue Rose / Self)
www.jayfarrar.net
Jay Farrar ha fatto parlare più di se negli ultimi 18 mesi che nei suoi precedenti anni di attività con i Wilco. La sua dipartita dolorosa, incasinata dal gruppo di Jeff Tweedy è stata raccontata più volte, analizzata, sventrata e rimontata per la gioia dei seguaci dell’alt.gossip. Adesso Farrar pare aver riguadagnato fiducia in se stesso e, a fronte di maggiori sforzi e difficoltà, sta trovando maggiori riconoscimenti. Farrar negli Stati Uniti è considerato un piccolo santone del cosiddetto genere “Americana “ o Alt.Country. La tournee estiva a traino di questo album stava riscuotendo parecchio successo un pò dovunque lungo la costa est. Ma se poi vai a vedere Farrar si esibiva in locali non molto capienti il Social di Orlando tiene 300 persone, Il Mercury Lounge di New York City ne ospita non più di 250 che riesce per la prima volta, adesso, a riempire.
In questo “Stone, Steel & bright Lights”, Farrar si mette a nudo e soprattutto il dvd, che accompagna il cd, contribuirà non poco a metterlo a fuoco presso un pubblico che, in special modo qui da noi, ha capito chi è e cosa fa ma ne ha ancora una immagine sbiadita.
La musica di Jay Farrar è sempre in bilico sul baratro della depressione incalzante ma qualcosa la salva e la rimette su un percorso più sicuro e concreto. Sarà la strumentazione, una certa irruenza che strappa Farrar dal deprimersi troppo in generale si ha quindi l’impressione di trovarsi davanti a un ottimo autore che dovrebbe solo diversificare un po’ la propria proposta per ampliare la forbice degli ascoltatori. Finalità non impossibile e si intuisce nell’abbinamento dvd a cd la voglia dell’artista di non ghettizzarsi da solo. Se ci riesce farà ancora tanta strada, altrimenti saremo costretti a ricordare “Stone , Steel & Bright Lights” come il suo album migliore. Ma non lo vorremmo.
Ernesto de Pascale
tutte le recensioni
|
. |