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Jens Christian Grondahl, Silenzio in ottobre
Einaudi, 2003,
euro 16,00
Una verità definitiva sull’amore non si raggiunge mai. Le proprie vicende di cuore sia quando si innalzano in uno slancio di romantica aspirazione verso una qualità di vita migliore, sia nel caso di una attrazione fisica che si traduce in una bramosia che tutto sovrasta rilette attraverso il filtro della memoria acquistano sempre inedite sfumature, nuovi tagli prospettici che moltiplicano come un gioco di specchi le possibili interpretazioni.
Lo scrittore danese Jens Christian Grondahl (classe 1959, molto stimato in patria, fino ad oggi sconosciuto in Italia) è riuscito in una impresa che potevamo credere ormai impossibile: ha scritto un romanzo sul passare del tempo e sul cambiamento che le esperienze portano in noi, riuscendo a raccontarci qualcosa di necessario (e forse addirittura qualcosa di nuovo) a proposito dell’amore. Le passioni che si agitano in Silenzio in ottobre sono quelle che possiamo sperimentare oggi, dentro i ritmi e le gabbie che governano le società occidentali avanzate, sono correnti di desiderio sempre esposte alla fluidità dell’esistenza moderna. Un diario tenuto in prima persona con uno stile serrato ed elegante- ci accompagna lungo il percorso privato del protagonista, un critico d’arte moderna e contemporanea alla soglia della mezza età che ripercorre la storia delle relazioni sentimentali che hanno segnato la sua esistenza, plasmandola in una forma misteriosa che continua a sfuggirgli. E questo senso di un enigma in atto, l’impressione che pur seguendo lo sviluppo del racconto non riusciremo ad impossessarci del segreto celato dentro il disegno formato dalle tre storie d’amore qui narrate, è certamente uno dei maggiori motivi di fascino di questo straordinario libro.
La voce dell’autore è nitida, esatta, e sembra capace di mettere in luce le pieghe più sottili di quel supremo gioco di scacchi che è la relazione amorosa. Mosse e contromosse psicologiche. Ma una logica spietata divora le illusioni della giovinezza: ci sarà ogni volta una linea a separare vincitore e vittima. E dopo avere riesaminato tutto questo spettacolo di sentimenti, passioni, progetti e negazioni, Grondahl finisce per domandarsi se ha un senso la fatica di ripensare le proprie passioni per tentare di comprenderle. L’ansia di togliere ogni ombra al quadro, l’urgenza di capire a fondo le donne tanto amate - la sensuale Ines, la calma e fidata Astrid, l’intensa pittrice Elisabeth si scontrano con l’imprevedibile (e ingovernabile) materia di cui sono fatti i nostri sogni d’amore.
Stefano Loria
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