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Spacemen 3 Recurring
(Space Age Recordings) 2004 reissue
www.spaceagerecordings.com
Era il 1991 quando gli Spacemen 3 davano alle stampe il loro ultimo album prima di sciogliersi , Recurring, in cui rock e psichedelica si fondevano in ricerche sonore sintetiche e sperimentali. Conflitti interni fra i due membri fondatori, Pete “Sonic Boom” Kember e Jason Pierce mettevano allora a dura prova la stabilità della band, soprattutto a causa delle differenti opinioni artistiche dei due. Allo stesso tempo Carruther e Mattok , sezione ritmica degli Sapcemen 3 , insieme a Pierce, già lavoravano ad un progetto autonomo che avrebbe dato vita agli Spiritualized ( vedi recensione del più recente album del gruppo, Amazing Grace, su Il Popolo del Blues - Ottobre 2003) . Sonic Boom, dal canto suo, già gettava le basi del suo successivo progetto, Spectrum. Recurring, ristampato oggi dalla Space Age Recordings ( etichetta inglese che, come il nome suggerisce, si occupa prevalentemente di gruppi dediti a psichedelica e sperimentazioni sonore come Spacemen 3, E.A.R, ,Spectrum e , novità prossima alla pubblicazione, Acid Mothers Temple) è la testimonianza storica della fase di travaglio prima dello scioglimento del gruppo. Nell’album si distinguono nettamente due parti, una con solo composizioni a firma Kember e l’altra con solo composizioni di Pierce, e ognuna delle singole parti preannuncia, come naturale che sia, le caratteristiche di Spectrum e Spiritualized. Il sound di Recurring unisce chitarre pop ed effetti ipnotici in un mix psichedelico memore degli anni ’60 ma ancora fresco degli anni ’80. L’apertura dell’album si rivolge soprattutto a composizioni essenziali, talvolta minimali ( Big City), in cui prevalgono semplici sequenze di accordi, a volte uno solo, ripetute all’infinito, su cui si inseriscono nebulose e sfumate frasi vocali. I ritmi regolari e binari lasciano aperto un aggancio con la musica pop, rifinito con effetti e distorsioni usate all’estremo che danno vita a parentesi ruvide come quella al centro di Why couldn’t I see. Molti brani sono proposti in doppia versione con reprise e alternative mix. Nella seconda parte si hanno testi più discorsivi e arrangiamenti più orchestrali, con parentesi lente e melodiche come Sometimes e, se pur minimi, accenni blues come in Billy Whizz/ Blue 1. Specialmente per chi ha seguito le indipendenti carriere di Sonic Boom e degli Spiritualized, una buona occasione per riscoprire come tutto ebbe inizio.
Giulia Nuti
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