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James Taylor
Leuciana Festival, Belvedere di S. Leucio (Ce), 9 Luglio
L’atmosfera che si respira ai concerti James Taylor è quella di una schitarrata tra amici, infatti pur essendo infatti nella schiera dei mostri sacri del rock, la semplicità del suo aspetto, del suo abbigliamento, del suo viso da uomo della porta accanto fa si che si crei un atmosfera informale e allo stesso tempo magica. Non è più il cantautore scapigliato degl’anni settanta ma ha ancora tanta carica emotiva da trasmettere attraverso quelle canzoni che un tempo lo resero tra i più apprezzati songwriter dell’epoca.
Il concerto tenutosi il 9 luglio nell’ambito della fortunata rassegna de “Leuciana Festival” presso il Belvedere Reale di San Leucio (Caserta), lo ha confermato, infatti già dalla prima canzone Don't let me be lonely tonight, con il suo approccio sereno e il suo sguardo tranquillo e allo stesso tempo magnetico ha animato magnificamente la folta platea, composta per di più da cinquantenni che cantavano a memoria “Carolina in my mind”, ma anche da quarantenni e trentenni fino ad arrivare a una nutrita presenza di giovanissimi che ammiravano l’artista di Boston.
Ad accompagnare James una band composta da musicisti eccezionali come il chitarrista Michael Landau, il batterista Harvey Mason, il bassista Jimmy Johnson, la violinista Andrea Zonn e il tastierista Larry Goldings. Ogni canzoni è stata riarrangiata con un particolare gusto per i suoni acustici che circondano la splendida voce di James in modo chiaro, caldo e coinvolgente. Così si passa in rassegna tutto il repertorio a partire dall’ultimo fortunato disco October Road, fino ai classici Sweet Baby James, Steamroller Blues, Mexico e Fire and rain, che ha chiuso la prima parte dello spettacolo.
La seconda parte è all’insegna di altri grandi classici come Walking man, Only one, Your smiling face e Traffic Jam, fino ad arrivare a Shower the people, Secret of life, Copperline, Shed a little light, Up on the roof, ed al classico senza tempo You've got a friend, scritto dalla sua ex compagna Carol King. Non sono mancati i dovuti bis, in cui particolarmente commovente è risultata una versione per soli chitarra e voce di “You can close your eyes” dedicata da Taylor alla figlia.
Salvatore Esposito
Foto di Salvatore Esposito
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