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Van Morrison dal vivo a Lucca
21/07/2005
Concerto estivo per pubblico di bocca buona a Lucca, nell’ambito del Summer Festival, per Van The Man. A fronte di un buon album pubblicato da pochi mesi, “Magic Time“, Morrison ha offerto una serata con forte enfasi su questo disco e qualche classico dal suo vasto repertorio ma senza sostanziali picchi. “have i told you lately” riarrangiata più veloce, “on a day like this”, “ i’m confessin’”, “They sold me out”, “stranded”, una “moondance”da manuale a fugare ogni dubbio sulla paternità della composizione e sulla qualità della interpretazione, “back on the top”, “celtic new year”, uno dei brani migliori del nuovo disco, con Van alla acustica che affanna e si riprende lentamente.
L’impressione generale è quella di trovarsi davanti a una vecchia e sgangherata orchestra da ballroom di provincia che girava negli anni cinquanta con il pulmino Vw e si esibivano ai matinée per vecchie glorie subito prima del Bingo. Si va avanti così con” precious time is slippin’away” e l’azione si confonde con l’immaginazione. Ci si inventa, allora, nuovi e divertenti film: è il batterista l’addetto alla riscossione perché ha la faccia da gangster con la pistola di sapone nel taschino ed altro ancora.
“No primadonna” sul palcoscenico. La musica di Van è ormai una vera e propria colonna sonora mentre Morrison si gioca vecchi trucchi di scena cantando o bofonchiando qualcosa nel bocchino del sassofono, prima, e duettando con al percussionista, poi, ma senza neanche invitarla sul proscenio.
Si termina con “Brown eyed girl” ed infine “Gloria” che accontenta tutti, in special modo i molti britannici che popolano la zona e l’attigua Garfagnana.
Alla fine Van saluta tutti e se ne va così come è entrato, casualmente, turista per caso, lasciando il segno presso i più giovani siamo comunque sempre davanti allo spettacolo di un grande!- e l’amaro in bocca a quanti lo hanno visto esibirsi immerso in quella dose di sana imprevedibilità che lo ha reso celebre e che in questa data lucchese è stata la grande assente.
Ernesto de Pascale
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