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Brian Eno Another day on Earth
(Hannibal records / IRD)
www.anotherdayonearth.com
Probabily not Brian Eno’s best album, but an interesting example of crossing over between electronics, ambient music and songwriting
Brian Eno torna sulle scene a non molta distanza da The Equatorial Stars, realizzato insieme al suo storico collaboratore e compagno di sperimentazioni Robert Fripp. Questa volta lo fa però in modo un po’ diverso, con un album programmaticamente di canzoni. L’album si chiama Another Day on Earth, ed è un disco in cui a colpire prima ancora delle canzoni è l’atmosfera, ottenuta come sempre con l’aiuto di elettronica ed effettistica, qui riproporzionata all’esigenza di realizzare un album almeno in parte cantautorale. A brani che disegnano veri e propri landscapes sonori, se ne abbinano altri più ritmati e groovy come la convincente Just Another Day e altri più dolci come la bella Caught Between, forse la miglior composizione. Echi di minimalismo si hanno invece su brani come Passing Over, mentre riferimenti alla musica classica spiccano in How Many Worlds, caratterizzata da arrangiamenti stile quartetto d’archi. È un progetto che colpisce perché vi si ritrovano tante piccole influenze diverse (d’altronde da Eno c’era da aspettarselo) e ciò lo rende interessante. Eno ha dichiarato che oggi fare musica è molto più facile che in passato e la vera scommessa è quella di scrivere i testi. Da qui nasce la volontà di un album di canzoni. Another Day on Earth non è male, ma va precisato per il lettore che non si tratta esattamente di un album di canzoni. Qui lo sforzo compositivo si ferma a strutture molto semplici mentre privilegiata è la ricerca sonora. Il termine “album di canzoni” quindi per l’acquirente affezionato al cantautorato classico può essere fuorviante, perché in realtà il disco è più indicato per gli appassionati di ambient music o musica elettronica. Ciò non toglie che il crossover in alcuni brani vada dritto a buon fine, come in Caught Between che probabilmente lascerà inaspettatamente e piacevolmente sorpresi i fans dei Lambchop.
Giulia Nuti
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