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Carsten Meyer präsentiert - Keil Stouncil a Paris
(staatsakt/indigo)
www.erobique.de
www.staatsakt.de



A great instrumetal album from Germany

Viene da Amburgo Carsten Meyer e ha molti pseudonimi:Erobique, International Pony, Salamandre Mayer. Molto di più non c’è dato di sapere, almeno per chi non parla il tedesco. Perché nonostante il suo ultimo disco, Keil Stouncil a Paris, sia ben esposto nella maggioranza dei negozi di dischi alternativi di Amburgo, su di lui e su questo progetto sul web non si riescono a trovare informazioni né comunicati in inglese. E aprendo il disco, acquistato in Germania per curiosità e perché l’Indigo è un’ottima etichetta, si scopre che al posto dei credits e delle note di copertina si trova solo un grande disegno a matita rosso. Ma per fortuna la musica è un linguaggio internazionale, e in fondo, come tutti i compratori di dischi curiosi sanno bene, questo velo di mistero intorno a Keil Stouncil a Paris non fa altro che accrescere la curiosità. L’album è strumentale, pianoforte e tastiere a cavallo tra elettronica, chill out e ambient, ma con un fortissimo e marcato legame con il mondo della musica suonata. Dopo un inizio molto semplice, che sembra sulle prime graffiare poco e che invece, a conti fatti, è quasi una introduzione al resto dell’album, Carsten Meyer si scalda e il disco entra nel vivo. Ambient sì, ma Meyer non disdegna neanche echi di progressive, di cui la Germania dopo l’Inghilterra è stata storicamente terra assai feconda. Ciò si sente bene su Aluminio, sia per la linea melodica che per la timbrica scelta. 1ere etage e 2eme etage sono due brevissimi brani dai toni classicheggianti, che rimandano a certa musica classica del novecento. Tutto l’album si presenta come un colorato mosaico di piccoli frammenti, in cui brani nella maggioranza dei casi molto brevi si susseguono l’uno dopo l’altro. Sanatorium, brano di atmosfera, lascia spazio all’ottima sezione, la migliore del disco, costituita da Le petit matin, Nach dem langen Flug e Cavalier, in cui Meyer si lascia prendere la mano cedendo a una maggiore libertà espressiva. A chiudere un brano melodico e godibile, in cui domina il timbro del piano acustico. Per ciò che le orecchie hanno potuto carpire da un ascolto - è proprio il caso di dirlo – privo di ogni influenza esterna, Keil Stouncil a Paris non è affatto male, anzi davvero un’ottima sorpresa. Ci sarebbe bisogno di imbattersi ogni giorno in un disco così!

Giulia Nuti

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