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Donnie Romano Out of Time
(Kayman records)
www.kaymanrecords.com
Second effort by the proficient singer/songwriter/guitar player very well known in the underground blues circuit.
“Out of time” è un album che mostra le qualità chitarristiche di Donnie Romano, un musicista che si trova molto bene e a proprio agio, nell’ambito di un rock blues che paga un doveroso tributo agli anni d’oro del cosiddetto British Blues.
Donnie, infatti, quando suona la slide per fare subito un primo esempio ricorda più Jeremy Spencer dei Fleetwood Mac che Elmore James ( “ramblin’ on my mind”, “the sky is crying”). Non di meno la sezione ritmica composta da Martin Iotti (anche produttore) e Oscar Abelli, si muove meglio (e si diverte di più) quando il musicista naviga nei cosiddetti territori di confine, come nella hendrixiana ”forgive me”. Come in ogni disco di blues che si rispetti, immancabile il brano acustico, in questo caso è stato scelto un superclassico, “crossroads”, dall’ attitudine sfrontata e ciondolona, che cresce bene. Non di meno, lasciando scorrere l’album basterà attendere ancora due brani e imbattersi nel classico strumentale lento e jazzato, ben impostato armonicamente anche se un po’ risaputo che però ben si addice a questo tipo di album, “Sand”.
“Out of time” è un disco sincero ed onesto e Donnie si presenta come un serio musicista che vuole proseguire serenamente per la propria strada. Il primo termine di paragone è con le dovute e rispettose differenze “The cry of love “ di Jimi Hendrix o l’Eric Clapton di Derek & the Dominoes (si ascolti “old man”, un bel brano cui manca uno strumento armonico d’appoggio, come un organo hammond suonato da un vero hammondista, per salire di un gradino).
In futuro Romano potrà sicuramente fare meglio con qualche idea in più da giocarsi; per Donnie, inoltre, sarà anche importante sviluppare prestissimo una pronuncia più consapevole della lingua cantata (per il mercato internazionale si sente che proviene dal bacino mediterraneo…e i grandi distributori di blues tedeschi per dirne una - ti “sgamano” subito…) e/o sfruttare meglio il tono esotico e l’inflessione dell’italiano che canta in inglese. Una scelta più approfondita del repertorio altrui, che lo affranchi dalle somiglianze, sarà, inoltre, un altro passo per acquisire maggiore autorevolezza.
A Donnie Romano auguriamo sinceramente il meglio possibile perché “Out of Time” è un prodotto già buono che lascia presagire tempi ancora migliori. L’album, realizzato con pochissimo ma con grande accortezza, si colloca, infatti, al di sopra delle autoproduzioni ed è chiaro che il prossimo album deve allontanarsi ancor di più da quel riferimento, perché l’artista lo merita.
La Kayman records ha a questo punto un roster sufficientemente vasto di artisti assieme ai quali crescere ( Oracolo deve essere una priorità, no? Donnie lo stesso, no? altrimenti che si fanno a fare i dischi?…) e può dormire sogni tranquilli. Si è già conquistata il suo posto al sole con dei validi artisti. Adesso non ha più bisogno di mischiarsi con portaborse e/o chi altro. Adesso ha solo bisogno di fondi, di un ottimo ufficio stampa professionale e di un vero distributore. In bocca al lupo.
Ernesto de Pascale
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