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Tim Fite - Gone ain’t gone
(Anti)
www.anti.com



Con un’attitudine in the face tutta newyorchese Tim Fite, esordiente per caso, debutta per la Anti con un album che ha affinità con il vasto movimento underground che gravita intorno al negozio di dischi di St.Marks Place, Other Music e agli Animal Collective. “Gone ain’t Gone” è un album scarno con composizioni semplici che raccolgono spunti da più provenienze, hip hop, country music, border radio songs, e usano il campionamento in modo “etico“ “poiché - afferma Fite – tutti rubano.
Ma la domanda importante è come rubi, da chi rubi e se c’è un risultato contrario al tuo ladrocinio”. Fite non ha certo l’estro di David Byrne ed Eno in “my life in the bush of ghosts”, ma vuole proporre un audio escape non lontano da quel capolavoro. Non sempre centra il bersaglio, ma affascina, come nella conclusiva ipnotica ballata “the more you do“ che pare essere registrata in un campo, vicino a un trattore.

Ernesto de Pascale


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