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Tinsley Ellis - Highwayman
(Alligator Records)
www.alligator.com



Due buoni album all’inizio, “Georgia Blue” e “Fanning the Flames” avevano fatto ben sperare in questo chitarrista cantante induritosi nel tempo, come peraltro molti suoi simili. E’ uno dei destini ingrati di coloro che stanno a mezza via, tra Rock e Blues, ma in generale, quello del ripetersi, é un problema assai diffuso in campo artistico. Chitarra ora tonante ora lancinante, voce esondata da whisky e sigarette, basso e batteria in blocco monolitico, tastiere che, laddove ce ne fosse ancora bisogno, ispessiscono il suono: Ellis offre tutti gl’elementi necessari ad un cocktail tipicamente Rock & Blues. Le canzoni s’assomigliano tra loro, “Highwayman” e “Hell of high water” son più rock mentre “A quitter never wins” (notare il titolo infatil-americano) e “The last song” pendono verso quel Blues lento che ancora piace anche alle fila squinternate dei cosiddetti puristi. Tutto sommato, la cosa più triste é che Ellis ha perso l’inventiva sul manico. Adesso, alle parti ritmiche piuttosto banalotte s’aggiungono assoli logorroici che sembrano dei naufragi, con il nostro che s’aggrappa alle corde come, appunto, un naufrago al salvagente. Il formato Live rende appetibile il CD agl’irriducibili di questo sottogenere.

Luca Lupoli

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