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The Wallflowers - Rebel Sweetheart
(Interscope/ Universal)
www.wallflowers.com



With the release of their fifth disc, “Rebel, Sweetheart”, The Wallflowers come back to the past with a very strong mainstream rock with influence of Springsteen and Tom Petty. Most important for this album is the production by Brendan O’ Brien that give to all tracks a fresh and solid sound.

Si scrive Wallflowers ma si legge Jackob Dylan, figlio d’arte del più famoso Bob, che con questo marchio ha messo a segno con l'omonimo del 1992 e Bringing Down The Horse del 1996 due piccoli capolavori per quegl’anni. Ripetersi è difficile, più difficile è ancora progredire. Jackob però come il famoso papà, è un tipo determinato e sopratutto ha la testa dura, e dopo due album interlocutori come Breach e Red Letter Days con questo nuovo album Rebel Sweetheart, è tornato (si spera per restarci) ai fasti degli esordi. Il disco prodotto da Brendan O’ Brien, ricalca per certi versi la freschezza musicale degli esordi pur non possedendo quell’ingenuità che fu uno dei punti forza di questa band all’epoca. Mai come in questa occasione però si ha modo di apprezzare a pieno le qualità di songwriter di Jackob, infatti pur avendo perso una spalla importante come il chitarrista Michel Ward andato via dalla band dopo il terzo album, è riuscito a ricostruire un suono e a riappropriarsi del suo marchio di fabbrica, ovvero di quello stile a metà tra Tom Petty e Springsteen. In questo, fondamentale è risultato il mezzo fallimento del electro-rock di Red Letter Days che ha dato una scossa a tutta la band e in particolare a Jackob che si è lasciato alle spalle i vari beat elettronici per tornare ad un asciutto e diretto mainstream rock. E’ dunque chiaro che al trattamento nuovo passino per ottimi anche brani zoppicanti come God Says Nothing Back, resa fascinosa da un arrangiamento da boarder ballad o il pop mascherato da rock di Back To California. Il tutto però finisce in secondo piano se visto alla luce del meglio che esprime questo disco come nella title track o in brani come Days Of Wonder, The Passenger, e The Beautiful Side Of Somewhere, in cui Jackob supportato da Brendan O’ Brien riesce a reinventarsi alla grande anche come chitarrista. Non che ci attenderemo mai da lui una nuova Mr.Tamburine Man o una nuova Vision Of Johanna ma va reso onore al merito a Jackob di aver ritrovato la strada maestra, pescando ora da Springsteen, ora da Tom Petty ora dalla Motown con alle spalle O’ Brien che qualcuno ha già etichettato il Phil Spector del terzo millennio.

Salvatore Esposito

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