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Teresa Salgueiro & Lusitânia Ensemble
Castello di San Martino - Priverno (Latina) / Fossanova Festival
24 luglio 2008
From Portugal all over latin world: a journey with a great singer
È ormai passato più di un decennio dal grande successo planetario dei Madredeus. Una notorietà che fu gran parte merito dellla loro inclusione nel film di Wim Wenders Lisbon Story, ma che coincise con il massimo grado di ispirazione del gruppo. Fu anche l'inizio della fine, perché la formazione si divise dopo un tour trionfale e anche se i dischi successivi come O Paraiso e Euphoria erano di buon livello, l'alchimia non funzionava più come una volta. La cantante, Teresa Salgueiro, ha deciso di affrontare una carriera solista tentando di scrollarsi di dosso l'immagine di quegli anni per non rimanere vittima di un cliché. Lo fa appoggiandosi a un gruppo di eccellenti musicisti, il Lusitânia Ensemble formato da un quartetto d'archi, un contrabbassista/pianista e un percussionista, con i quali ha fatto alcune tappe nel nostro paese per promuove il suo ultimo album Serena. Chiuso il precedente e fortunato capitolo alla Salgueiro non è rimasto altro che trovare un suo spazio musicale scegliendo un repertorio più adatto possibile alle sue straordinarie doti vocali.
Nel concerto la cantante sceglie due direttrici principali, quella della lusofonia, ovvero compositori e poeti che vengono dal vasto modo linguistico portoghese (Brasile, Capo Verde, Angola) e quella delle altre espressioni neolatine (spagnolo, francese, italiano). A questo si aggiungono altre due strade parallele, quella di brani famosi e di altri sconosciuti. Scelte che in qualche caso mostrano dei limiti e che a parer nostro sono fatte per compiacere un pubblico più vasto, come quella di Caruso di Lucio Dalla. Mentre Leâozinho di Caetano Veloso (accompagnata da uno splendido pizzicato swing) e Avec Les Temps di Léo Ferré e Se todos fossem di Vinicius e Jobim, hanno un'altra dignità interpretativa. Molto più interessante è la parte dedicata al mondo lusitano riveduto dagli arrangiamenti del primo violino Jorge Gonçalves e del contrabbassita/pianista Ciro Lopes: seducenti i due canti antichi come la Serena dal canzoniere sefardita della Spagna del nord e la Catiga da Ceifa, il brano della mietitura dal Portogallo settentrionale affidato a voce e percussione. Ma anche il mondo del fado è rivisto in modo particolare, con alcuni strumentali che ne evidenziano la parte più serena rispetto a quella malinconica come nel classico Casa da Maraquinhas e Lá Vai Lisboa mentre Estranha Forma è un omaggio alla grande arte di Amália Rodrigues. Questa è la parte del concerto che decisamente preferiamo.
Teresa Salgueiro, che ha sciolto i suoi capelli neri, è ancora una cantante straordinaria il cui timbro alto è sempre accompagnato da venature calde che la aiutano nel lirismo di molti brani. Per questo potrà permettersi scelte coraggiose, sempre che la legge del business glielo consenta.
Michele Manzotti
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