Niladri Kumar – Zitar
U.Shrinivas - Samjanitha
(Dreyfus Jazz/Egea)
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Indian Music for Western Ears

I due dischi sono accomunati dalla stesso stesso paese di provenienza dei musicisti (India) e dalla stessa etichetta. I risultati però sono diversi, così come gli strumenti suonati dai due protagonisti. Niladri Kumar è un sitarista, mentre Shrinivas suona il mandolino. L'esperimento di Kumar, che proviene da quattro generazioni di suonatori di sitar, è quello di unire i due linguaggi musicale indiano e occidentale per strizzare l'occhio a un pubblico più vasto. Ascoltando l'intero Cd dobbiamo rassegnarci a vedere trionfare l'occidente e purtroppo non tanto bene. Ci sono degli spunti interessanti, come nell'iniziale Priority che ricorda atmosfere alla Pat Metheney, ma l'impressione che ne deriva è quella di un buon prodotto "ambient" che però non riesce a dare emozioni particolari. Nella discografia di Kumar d'altra parte c'è un album di musica per yoga e probabilmente un bel ritorno all'autentica tradizione indiana verrebbe maggiormente apprezzato anche in occidente. Molto più interessante il lavoro di Shrinivas, già bambino prodigio, ma che ha sostituito lo strumento dell'infanzia con uno di sua concezione. Questo gli ha permesso di interpretare al meglio la musica del sud dell'India (chiamata Carmatica) e di legarsi anche con musicisti di grande fama come John McLaughlin, ospite del disco. E' un album dedicato al viaggio, con i brani di ottima fattura che seppure arricchiti da sonorità occidentali restano ancorati alla musica del subcontinente. Consigliamo la divertente Dances In Breezes, la più complessa e piena di improvvisazioni Hidden Trails, la jazzata The Deep End. E il finale è in crescendo con i tradizionali rivisti da Shrinivas in modo eccellente. Altro che Yoga!

Michele Manzotti