Le luci della centrale elettrica – Canzoni da spiaggia deturpata
(La Tempesta Venus)
www.myspace.com/lelucidellacentraleelettrica

Le luci della centrale elettrica, quanto di più artificiale si possa trovare, illuminano il male di vivere italiano. Fatto di droga, sesso malato, atmosfere cupe, ribellioni impotenti contro il presente e rimpianti, tanti rimpianti.
Le luci della centrale elettrica sembra il nome di un gruppo, invece è un progetto solista, cantautorale, del ferrarese Vasco Brondi.
Il disco d’esordio è Canzoni da spiaggia deturpata, un disco estremamente bello, un raggio di luce, per rimanere in tema, sul panorama indipendente italiano.
Vasco Brondi si rifà al punk emiliano degli anni ’80 e agli ex CCCP di Lindo Ferretti. Il disco tuttavia ha un suono sì cupo, ma pulito. È punk nella sua essenza più profonda, nei testi, nell’atmosfera, ma non opera in maniera distruttiva sulla musica. La musica, invece, è melodica, ben suonata, cantata benissimo. Piena di arrangiamenti di classe. In sostanza è difficile inquadrare il disco, la descrizione che si trova sul MySpace è Melodico Popolare-Punk-Sperimentale, vuol dire tutto e niente allo stesso tempo, ma rende l’idea.
Così i testi, affascinanti quanto incomprensibili, fatti di metafore criptiche, frasi ad effetto, cose persone e animali fuori posto, vogliono dire tutto e niente, pure loro, ma rendono l’idea.
Rendono l’idea che qualcosa si muove sotto il muro delle grandi case discografiche, che semi di un passato forse dimenticato hanno messo radici in fiore, che in Italia, in questa Italia, c’è ancora molto da dire.
Benvenute dunque alle luci della centrale elettrica, alle loro grida post adolescenziali, ai testi conditi di ironia e di non sense, benvenuto a Vasco Brondi, alle sue influenze, sbandierate, tra i CCCP e Rino Gaetano, ma nemmeno troppo distanti da un primo Vasco, quello che di cognome fa Rossi. Benvenuto infine ad un disco che si candida senza dubbio tra i migliori dell’anno.

Matteo Vannacci