Soul Parade is the second album for Jess De Natale, an interesting songwriter from California. His style mix soul, country and blues and shine with some wonderful piano ballad like the opening track Children Of The Sun.

Avevamo avuto modo di incontrare Jesse De Natale, sia nel disco Tales From Tavern dove eseguiva la plendida Shangri-La West sia nello splendido tributo a Peter Case edito dalla Hungry For Music. Di lui ci aveva colpito molto il suo stile molto personale che unisce influenze dalla tradizione soul e blues ma soprattutto la sua capacità interpretativa. Spinti dalla curiosità ci siamo avvicinati anche al suo secondo disco, Soul Parade e l’impressione che si ha dall’ascolto è quella di trovarsi di fronte ad un nuovo Van Morrison con la vena poetica di Randy Newamn. E se si è scomodato anche Tom Waits, per rivolgergli il suo personale apprezzamento, è evidente che De Natale, è una sicura promessa o meglio una certezza Il cd è diviso su due lati quasi fosse un vecchio lp e sin dalla prima traccia Children Of The Sun si comprende lo spirito che anima De Natale, ovvero la ricerca sia della melodia sia di dare una certa profondità ai testi. Ecco così scorre brani come Shine Your Light, vibrante di good vibration da rock orchestrale, ballate sognanti come Dreamr’s Holiday ma anche incursioni nella tradizione come Montgomery St, eseguita al banjo in un crescendo musicale emozionante in cui compare anche il sax fino a giungere alla traballante Nightingale e all’elettroacustica Keep On Walkin che chiudono il primo lato. Il secondo lato si pare invece con l’epica The Bell che fa il paio con la splendida title track che ricorda da vicino il Tom Waits di Blue Valentine, a cui segue la ballata dai toni country Carry Me. Se meno riuscite appaiono Baby One e Lucinda il brano conclusivo The Follies Of Don Calandro, è senza dubbio il brano più interessante di tutto il disco, sia dal punto di vista del sontuoso arrangiamento sia dal punto di vista del testo. Se De Natale, manterrà la promessa, per lui ci sarà un futuro sicuramente luminoso, e non certo lugubre come il funerale (!) che ha ispirato il disco come è riportato sul sito ufficiale.

Salvatore Esposito