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21st century schizoid man al Flog

Ernesto De Pascale


Sulle note di “21st century schizoid man” sabato sera alla Flog la 21st century schizoid band guidata da Ian Mc Donald, membro fondatore dei King Crimson, ha salutato un festoso e folto pubblico arrivato alla FLOG da molto lontano per rivivere il brivido magico di un segmento intrigante e ancora intatto della grande storia del rock britannico. Il concerto, attessissimo, ha lasciato tutti soddisfatti. Si è cominciato subito bene con due brani da ”in the wake of poseidon”, secondo album dei KC (”a man, a city” e “cat food”) disco che vide l’ingresso (e la subitanea dipartita) del bassista della serata, Peter Giles, fratello del grande assente di sabato, il batterista Michael Giles, anche lui cofondatore del gruppo. Si è poi continuato ancora meglio, sottolineando le serie intenzioni di crescita del gruppo con due brani originali di Mc Donald, uno dei due, ”if I was” composto con il paroliere della formazione originaria, Peter Sinfield, quasi a sottolineare un indelebile spirito collaborativo che putroppo Robert Fripp ha troncato nettamente sin dai primi anni settanta. Ma sono state le note di “Court of The Crimson King” ha far salire su i brividi proprio a tutti: eseguita come mai nessuna la aveva ascoltata prima e composta dal polistrumentista quando egli era appena 22enne, il brano resiste all’usura del tempo e si conferma come un classico fra i classici.

È stata quindi la volta di riproporre il quarto album dei King Crimson, ”Island” dove gli sforzi del sassofonista Mel Collins e del batterista Ian Wallace contribuirono a stemperare certe cerebralità di Fripp. In “Formentera Lady”, ”Ladies of the road” e sopratutto in “Sailor’s tale” Collins (che prese il posto di Mc donald) e Wallace hanno fatto la parte del leone sabato sera, il primo con il suo stile secco e nero di sassofono, il secondo dimostrando di essere un batterista di vaglia, differente da Giles ma non meno bravo. Poi il finale è stato tutto per il primo disco, l’album di una band che rimase insieme solo 9 mesi cambiando le sorti della musica. E così mentre in America imperava la psichedelia i KC dimostravano come il coraggio di rischiare, la ricerca armonico-ritmico, la concentrazione e la costruzione pensata e logica di un pop song moderna potesse entrare nel cuore di tutti; ecco allora ”I talk to the wind” (con Collins e Mc Donald entrambi ai flauti, piccolo gioiello di compostezza melodica) e la epica”Epitaph”, monito sul degrado umano, a chiudere una grande serata.

Una segnalazione a parte per Jakko Jeckzek, chitarrista e cantante con l’ingrato compito di sostituire Fripp e le caratteristiche voci di Greg Lake e Boz Burrell. Ci à riuscito perfettamente ed è lui con McDonald l’anima del gruppo. Quest’ultimo ha dimostrato la sua umiltà e disponibilità ospitando i cronisti de La Nazione con gratitudine per l’attenzione e ci ha salutato con un invito ai musicisti più giovani. ”Siate aperti - ha detto McDonald- ascoltate tutto e rispettate tutto. La competitività non aiuta la musica. Se siete parte di un gruppo siate solo di quel gruppo, non di mille contemporaneamente. La musica viene da dentro, non dal bombardamento di MTV!”. Un lezione da non dimenticare da parte di un musicista che rifugge la nostalgia.

Un cd di brani originali sarà presto nei negozi.


Ernesto De Pascale

21st Century Schizoid Band

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