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Ernesto De Pascale È stata quindi la volta di riproporre il quarto album dei King Crimson, Island dove gli sforzi del sassofonista Mel Collins e del batterista Ian Wallace contribuirono a stemperare certe cerebralità di Fripp. In Formentera Lady, Ladies of the road e sopratutto in Sailors tale Collins (che prese il posto di Mc donald) e Wallace hanno fatto la parte del leone sabato sera, il primo con il suo stile secco e nero di sassofono, il secondo dimostrando di essere un batterista di vaglia, differente da Giles ma non meno bravo. Poi il finale è stato tutto per il primo disco, lalbum di una band che rimase insieme solo 9 mesi cambiando le sorti della musica. E così mentre in America imperava la psichedelia i KC dimostravano come il coraggio di rischiare, la ricerca armonico-ritmico, la concentrazione e la costruzione pensata e logica di un pop song moderna potesse entrare nel cuore di tutti; ecco allora I talk to the wind (con Collins e Mc Donald entrambi ai flauti, piccolo gioiello di compostezza melodica) e la epicaEpitaph, monito sul degrado umano, a chiudere una grande serata. Una segnalazione a parte per Jakko Jeckzek, chitarrista e cantante con lingrato compito di sostituire Fripp e le caratteristiche voci di Greg Lake e Boz Burrell. Ci à riuscito perfettamente ed è lui con McDonald lanima del gruppo. Questultimo ha dimostrato la sua umiltà e disponibilità ospitando i cronisti de La Nazione con gratitudine per lattenzione e ci ha salutato con un invito ai musicisti più giovani. Siate aperti - ha detto McDonald- ascoltate tutto e rispettate tutto. La competitività non aiuta la musica. Se siete parte di un gruppo siate solo di quel gruppo, non di mille contemporaneamente. La musica viene da dentro, non dal bombardamento di MTV!. Un lezione da non dimenticare da parte di un musicista che rifugge la nostalgia. Un cd di brani originali sarà presto nei negozi.
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