. |
21st Century Schizoid Band al Flog
Alessandro Alajmo
Quando io sono nato "In The Court Of The Crimson King" era già un disco diciassettenne.
La buona sorte ha voluto che alcune delle menti che partorirono quel magnifico lavoro e i suoi immediati seguiti si siano riunite sotto il nome di 21st Century Schizoid Band e che il loro tour sia passato per Firenze. Le menti in questione sono quelle di Ian Mc Donald, Mel Collins, Peter Giles e Ian Wallace. Insieme a loro il cantante e chitarrista Jakko Jaksyk. Più giovane degli altri, mai stato parte dei King Crimson ma loro fan di vecchia data.
Da un mesetto hanno iniziato ad apparire per la città i manifesti del concerto. Molto sobri: sfondo blu e scritta bianca con il nome della band e, in carattere più piccolo, quelli dei musicisti. E' il 22 marzo e la lunga attesa per il concerto della Schizoid Band sta per finire. La Flog è questa sera la meta di una folta schiera di appassionati di buona musica e fan dei King Crimson di ogni età. Mi addentro nella sala e cerco di avvicinarmi il più possibile al palco. Benchè il mio abbigliamento sia più leggero del solito, in mezzo a tutta quella gente inizio subito ad aver caldo. Sono quasi le undici e la folla si lamenta, protesta, batte le mani invocando l'inizio del concerto.
L'attacco è "Pictures Of A City". Ai due estremi del palco ci sono Mel Collins (sinistra) e Ian Mc Donald (destra). Entrambi al sax nel primo pezzo, nel corso della serata si alterneranno anche alle tastiere e al flauto (Ian). Jakko, capelli neri lunghi e riccioluti, accanto a Mel Collins, è un pò un'incognita ma, non c'è dubbio, ci sa fare! Si vede che è contento di esser lì a suonare la musica dei King Crimson, oltretutto CON i King Crimson, sebbene sotto un altro nome. Ian Wallace siede alla batteria, preciso e potente. Al basso, Peter Giles. Alto alto e secco secco. Capelli lunghi ma ordinati, sorride dall'inizio alla fine e dà un gran senso di sicurezza. Quelli davanti a me sono cinque eleganti musicisti davvero di gran classe. E sono anche spiritosi! Jakko dopo uno dei primi pezzi annuncia: "so che c'è una frase in inglese che sicuramente capirete, FUCK GEORGE BUSH!". Inutile dire che il pubblico esplode!
Accanto a me c'è un ragazzo sulla ventina completamente impazzito. Durante l'intero concerto canta, salta, si dimena, fa headbanging. Ancor più bello è quando accompagna le parti strumentali a voce: "Papa pappa pa-pa-pa / Papa pappa po-po-po / Papa pappa pa-pa-pa / Papapà papapapà". Davanti invece ho due ragazzini innamorati dei King Crimson. Conoscono tutti i testi a memoria (ma non sono certo i soli tra i presenti!) e, anche se alla fine non succederà, ogni tanto ho l'impressione che siano sul punto di scoppiare in lacrime.
In poco più di un'ora viene proposto quasi tutto "In The Court Of The Crimson King" (l'unica esclusa è "Moonchild") e altro materiale dai primi album dei King Crimson, con l'aggiunta di qualche pezzo più recente scritto da Ian Mc Donald. "I Talk To The Wind" è più veloce di quella incisa sul disco. Durante "The Court Of The Crimson King" il pubblico canta insieme a Jakko e fa anche la parte del mellotron! "Epitaph" è naturalmente il pezzo di chiusura. E' un concerto che ti avvolge totalmente e non ti lascia distrarre neanche per un attimo. Sei li e ti dimentichi di tutto il resto. Bis: il pezzo che ha dato origine a tutto. "21st Century Schizoid Man". Con tanto di un intelligente uso delle luci del palco, perfettamente sincronizzate con i ritmi folli della canzone.
Prima di abbandonare la Flog riesco anche a farmi autografare dei post-it gialli da quattro della Schizoid Band (mi manca solo Ian Wallace). A Jakko stringo la mano e dico "Great!". Lui: "Thank You!". Mel Collins invece mi stringe la mano con entrambe le mani. Altri si fanno autografare pile di vinili, manifesti del concerto. Una ragazza si fa autografare la mano. O almeno ci prova, visto che la penna sembra in serie difficoltà a scriverci sopra.
Quando arrivo a casa, quei post-it con gli autografi di Jakko, Peter Giles, Mel Collins e Ian Mc Donald li incornicio e li appendo alla parete. Così, se mi prende lo sconforto, posso lanciarci un'occhiata, ripensare a questa serata e riprendermi.
Alessandro Alajmo
tutte le recensioni
Home - Il Popolo del Blues
NEWSLETTER
|
. |