. | Peter Hammil a Firenze Al piano lartista è invece molto attento alla sonorità delle voci usate sulla tastiera: in Train time o in classici come Still LifeeVisionciò è stato chiaro,sopratutto nelle ultime due per come sia riuscito a farle rivivere solisticamente.Alla fine tutti a casa,si fa per dire, con una versione solo vocale di Againdal disco In Camera. Il resto sono solo commenti esaltanti, facce raggianti, Hammill a disposizione per autografi e saluti, il Fagioli, patron dellUniversale felice come non mai per aver coronato un proprio sogno, il gruppo di studio reperibile su yahoo come Hammillitalia- ancora più motivato ad andare avanti(a settembre il sassofonista David Jackson dovrebbe tenere un seminario a Prato) e tutte le copie dei cd dellartista terminati. Firenze ha insomma contribuito al cammino indipendente di un grande artista il quale ha dimostrato il suo stato di grazia e la sua voglia di non mollare.Questa è la vera notizia. Tutto ciò è avvenuto in una atmosfera civile e di grande rilassatezza, senza mitologie, in una sera che offriva molte altre alternative e il cui risultato di pubblico è due volte da ricordare. LUniversale è stata una buona casa per questa serata fuori dal suo usuale utilizzo di locale di tendenza. Lasciato fuori da quel percorso, non confondendo luno con laltro, esso è un luogo confortevole dove si può e si deve fare buona musica dascolto.Potrebbe essere la sua prossima scommessa. Ernesto de Pascale |
. |
. |